L'allarme

Maltempo: allagate case e aziende. Accuse alla Regione FOTO E VIDEO

A Capaccio il braccio di ferro: il sindaco Voza chiede al prefetto di convocare la conferenza di servizi. Palinuro chiede lo stato di calamità. Decine di interventi dei vigili del fuoco

E' ancora emergenza maltempo nel Salernitano. Pioggia e vento hanno costretto i vigili del fuoco a decine di interventi per rimuovere cornicioni pericolanti, alberi che si sono abbattuti in strada e tegole. Le previsioni per la giornata di domani non sono migliori: sulla Campania la pressione atmosferica aumenterà nel corso della giornata e nello stesso tempo arriveranno masse di aria più fredda da Nord Ovest. In mattinata sono previste ancora precipitazioni, con una tendenza al miglioramento solo a partire dalla serata.

I PRECENTI. FOTO E VIDEO


Intanto, finora i danni maggiori si sono registrati nella zona di Capaccio. Una cinquantina tra abitazioni e aziende sono state  invase da un metro di acqua, l'argine del fiume Sele rotto per circa 40 metri, 200 ettari di colture di pregio distrutte, infrastrutture e reti danneggiate, milioni di euro di danni. Il sindaco Voza, in una lettera inviata al presidente Caldoro e al premier Renzi, e firmata anche dai rappresentanti di Consorzi di bonifica, Coldiretti e Comitato Hera Argiva, ha accusato la Regione: «Gridiamo con i cittadini la nostra rabbia e la paura per i prossimi giorni e per il futuro. Il Comune chiederà il riconoscimento dello stato di calamità naturale, sosterremo cittadini e imprese prorogando ogni tributo locale. La responsabilità va individuata nella Regione, nel comportamento omissivo e burocratico del Genio civile, nei soliti "Signori del No", che annoverano gli ambientalisti di mestiere, i vari parchi e riserve che impediscono ogni intervento». Immediata la replica dell'assessore regionale alla Protezione civile, Edoardo Cosenza: «Il Comune di Capaccio avrebbe potuto evitare che le alluvioni si ripetessero nella zona di Gromola presentando progetti per la difesa dal rischio idraulico nell'ambito delle misure di accelerazione della spesa introdotte dalla Giunta Caldoro. Cosa che, invece, non ha fatto. Il progetto è stato presentato dal Consorzio di Bonifica Sinistra Sele che però non è soggetto finanziabile secondo le regole europee. Se quella proposta fosse stata presentata dal Comune, oggi si starebbero portando avanti i lavori di messa in sicurezza dell'area».

Il sindaco ha scritto al prefetto chiedendo la convocazione della conferenza di servizi. "A seguito dei gravi episodi conseguenti l'ennesima esondazione del Fiume Sele di questo giorni, che ha causato reiterati ingenti danni a numerose famiglie e a tante aziende agricole e zootecniche, rinnovo con forza ogni rivendicazione circa la necessità di intervenire per la messa in sicurezza degli argini e del sistema idraulico del fiume al fine di dare garanzie ai nostri cittadini. A tal proposito, chiedo che con la dovuta assoluta urgenza sia attivata una riunione/conferenza dei servizi  sul punto, alla quale partecipino anche le associazioni e gli organi competenti, in particolare: Regione Campania, assessorato e DG LL.PP, Ass. Cosenza, Genio Civile, Consorzi di Bonifica Sinistra Sele e Destra Sele. I cittadini di Capaccio Paestum sono giustamente esasperati e amareggiati ed hanno paura per il loro futuro. Le istituzioni devono loro risposte immediate e soddisfacenti".

Intanto si cercano volontari per spalare il fango. È la richiesta lanciata in queste ore dalla Protezione civile del Comune di Capaccio Paestum dopo lo straripamento del fiume Sele. Nuove braccia, insomma, che andranno ad unirsi a quelle dei vigili del fuoco, degli operai dei consorzi di bonifica, del personale della Protezione Civile, dell'associazione Humanitas e delle forze dell'ordine che da ormai quasi due giorni lavorano per riportare alla normalità le zone colpite dall'esondazione del Sele, che solo durante la scorsa notte è completamente rientrato negli argini. Ma il pericolo non è scampato.

 

Pesante anche il bilancio dei danni a Palinuro. La zona maggiormente colpita è Isca delle Donne dove il
Lambro ha rotto gli argini per oltre 400 metri e l'acqua fino a ieri mattina ha continuato a fluire verso le abitazioni e i campi. I tecnici del Comune insieme agli agenti della polizia municipale hanno effettuato, nella giornata di ieri, una veloce ricognizione dell'area interessata. Sul posto è tornato anche il sindaco Carmelo Stanziola che ha ribadito la necessità «di lavorare insieme per superare questo momento di criticità». «I danni sono ingenti - ha aggiunto - Chiederemo lo stato di calamità naturale». Intanto un gruppo di cittadini, capitanati dall'ex assessore comunale Vincenzo Merola, proprietario di una struttura turistica in località Isca, ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica "al fine di accertare l'immobilismo e le mancate risposte di chi avrebbe potuto scongiurare lo straripamento del fiume".