Malata obesa soccorsa dopo tre giorni

L’ospedale di Eboli non è dotato di un’ambulanza adatta: l’aiuto arriva da Salerno. La 42enne di Serre pesa oltre 200 chili

SERRE. Tagli alla sanità e solidarietà umana: questo il connubio che salverà la vita a Franca Q., 42 anni di Serre, arrivata in ospedale ad Eboli dopo tre giorni di attesa. Unica colpa, forse, pesare oltre 200 chilogrammi; alla quale si è aggiunta la mancanza di un’autoambulanza attrezzata. Attorniata dall’affetto dei familiari, Franca che da lunedì aspettava la visita di un neurologo, ieri mattina intorno all’una è riuscita a raggiungere l’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli. Pochi chilometri separano il piccolo paese degli Alburni dal nosocomio ebolitano, una distanza diventata incolmabile per la giovane donna serrese che fino a ieri ha atteso un mezzo adeguato per essere trasferita e curata.

A trasportarla un’ambulanza dell’Humanitas, arrivata da Salerno: «quando siamo arrivati non riusciva a respirare – racconta Roberto Schiavone, presidente dei volontari del soccorso – i parenti ci hanno raccontato che era stava così da tre giorni. Siamo dovuti arrivare noi da Salerno perché non c’erano ambulanze predisposte al trasporto di pazienti obesi. È inconcepibile». La rabbia di Schiavone aumenta mentre racconta il trasporto di Franca, lo smontaggio dell’ambulanza per consentire al letto di entrare: «non è stato possibile raggiungere l’abitazione col mezzo di soccorso e per trasportare la paziente sulla barella abbiamo dovuto chiamare altri colleghi – continua Schiavone – il diritto alla salute è una cosa sacra per il quale è necessario superare tutti gli ostacoli, burocratici o tecnici».

Parla fuori dai denti l’operatore dell’Humanitas che arrivato all’ospedale di Eboli ha trovato la titubanza dei medici del pronto soccorso: «alla vista della donna e constatata la difficoltà respiratoria hanno immaginato le difficoltà tecniche nel sottoporla alle cure necessarie – conclude Schiavone – le condizione critiche ed il buon senso, alla fine, hanno avuto la meglio. Franca è stata ricoverata».

Entrata nelle stanze del Pronto Soccorso, la 41enne è stata subito sottoposta alle terapie del caso mentre la sorella è rimasta fuori in trepida attesa: «è iniziato tutto con l’influenza – racconta – lei è sempre stata autonoma ma negli ultimi tre giorni non si alzava dal letto. Ci siamo subito preoccupati ed abbiamo iniziato a chiamare in ospedale». I timori della sorella erano fondati: il rantolio di Franca era provocato da una pesante difficoltà respiratoria: «nei giorni scorsi abbiamo chiamato chiedendo una consulenza medica – continua – ci hanno spiegato la difficoltà nel reperire un’autoambulanza per trasportarla ed avevano detto che mia sorella necessitava di una visita neurologica. Abbiamo aspettato due giorni poi ci siamo decisi a chiamare a Salerno».

«I medici sono stati sempre molto disponibili – racconta la sorella di Franca – sicuramente hanno incontrato difficoltà, spero solo che mia sorella si rimetta presto». I familiari di Franca hanno trascorso tutto il pomeriggio in attesa di notizie sugli accertamenti clinici resi ancora più difficili dalla mancanza di strumentazioni adeguate alla mole della donna. Disponibilità professionale e solidarietà umana e carenze tecniche ieri si sono scontrate all’ospedale di Eboli che da tempo lotta contro un ridimensionamento che sicuramente si riflette su un’utenza per la quale, come ha dimostrato il caso di Franca, la tempestività ed i mezzi giocano un ruolo fondamentale.

Angelica Tafuri

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