«Mai rapporti con i clan Sono stato già assolto»

Alberico Gambino parla per la prima volta dopo l’ultima informazione di garanzia Il consigliere regionale di Pagani: «Ho fatto sempre gli interessi della gente»

PAGANI. Dopo 21 mesi di custodia cautelare, una condanna per violenza privata e concussione, col processo d’appello “Linea d’ombra” in corso, all’indomani di una perquisizione con avviso di garanzia nella nuova inchiesta “Criniera” Alberico Gambino non si ferma.

E con i suoi avvocati ribadisce la sua intenzione di politico e cittadino. In vista delle elezioni regionali, nel pieno rispetto della procura ma soprattutto del suo mandato elettorale. «Ho deciso di fare una conferenza stampa perché la maggior parte delle accuse contro di me sono cadute. Sono un marito e un padre. Ho ventottomila cittadini con me e ho sempre operato per la legalità e l’interesse della gente». Gambino ha spiegato la sua linea insieme ai suoi legali Giovanni Annunziata e Alessandro Diddi, mosso dall’esigenza di spiegare e raccontare cosa sta accadendo. Ha richiamato più volte i successi delle sue amministrazioni, il lavoro svolto alla guida di Pagani e la quasi-vittoria del giudizio di primo grado, che ha annullato l’aggravante mafiosa e lo scambio elettorale con i clan, chiudendo con la condanna a due anni e dieci mesi. «Cadrà anche quella, lavoriamo per smontarla in appello – spiega Gambino – non dimentichiamo le mie assoluzioni». Sulle questioni più delicate, l’attuale consigliere regionale ha ricordato il processo di primo grado, dove le parole dei collaboratori sono finite nel nulla. «I pentiti anno parlato di me perché sono sempre stato in una fase di sovraesposizione». Stessa musica per i rapporti con Michele Petrosino D’Auria. «C’è solo una telefonata per questioni relative al suo ruolo di capo cantiere del consorzio di bacino, era un dipendente pubblico e mi ci rapportavo per il suo ruolo».

Gambino si difende pur difendendo il lavoro legittimo della procura. «La sentenza di primo grado dice che non esiste un rapporto tra la camorra e la compagine politica di Gambino», ha spiegato Annunziata. «Noi ci muoviamo consapevoli della nostra innocenza».

Diddi: «Ritenevamo chiuso tutto col processo “Linea d’ombra”. Bisognerà esaminare le carte. Il vero processo è in corte d’Appello». L’inchiesta “Criniera”, scrive il gip, «riguarda i medesimi fatti dell’inchiesta “Linea d’ombra”, mutando solo la qualificazione giuridica. I nuovi elementi di prova prodotti potranno essere spesi in quel procedimento con la rinnovazione dibattimentale».

Alfonso T. Guerritore

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