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Maggioranza e pattisti, rottura sui posti in giunta

Pattista propone, lealista dispone. Al momento, i fedelissimi di Cecilia Francese non sono disponibili ad accettare le condizioni della confederazione politica di Roberto Cappuccio, Angelo Cappelli,...

Pattista propone, lealista dispone. Al momento, i fedelissimi di Cecilia Francese non sono disponibili ad accettare le condizioni della confederazione politica di Roberto Cappuccio, Angelo Cappelli, Valerio Longo, Gerardo Zaccaria, Francesco Marino, Bruno Amendola, Giuseppe Salvatore e Antonio Sagarese. E se i pattisti avevano richiesto tre posti in giunta, inclusa la poltrona del vicesindaco, i consiglieri comunali vicini alla sindaca giocano al ribasso.
«Al massimo ve ne diamo uno»: suona così, più o meno, la presa di posizione della piccola maggioranza, che s’è riunita mercoledì sera a Palazzo di Città per discutere della crisi politica. Ci sono i falchi, quelli di Pino Bovi, che sono più rigidi, e le colombe, quelle di Franco Falcone, che assumono un atteggiamento più morbido nei confronti dei dissidenti. Quel che è certo è che i fedelissimi difendono a spada tratta il vicesindaco Ugo Tozzi e l’assessore Michele Gioia, più di tutti messi in discussione dalla confederazione: un centrodestra distrutto sulla vita amministrativa battipagliese, ma federato dalle politiche, visto che i tozziani e i forzisti supportano insieme la candidatura alla Camera di Romano Ciccone. Ora le parti si rivedranno il 10 febbraio. Intanto Cappuccio fa sapere: «La questione non riguarda solo i posti in giunta; c’è molto di più, perché non avremmo fatto tutto ciò solo per tre poltrone».
Se Atene piange, Sparta non ride. All’opposizione, l’endorsement mottiano per Nicola Acunzo scatena il segretario cittadino dem, Davide Bruno: «Gerardo Motta va con i deluchiani, poi partecipa alla guerra per le candidature di Fi e alla fine vota 5 Stelle», dice. E poi si rivolge a Mimmo Volpe: «Caro Mimmo, recupereremo il tempo perduto per una scelta sbagliata». E in minoranza c’è pure Alessio Cairone, che si candidò con Motta, che è un fedelissimo di Volpe, duramente criticato dall’imprenditore.(c. l.)
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