Madre e figlio volano insieme in cielo

Angri, Mafalda De Sieno è morta a 33 anni dopo una gravidanza difficile: nel giorno dell’addio è spirato anche il suo bimbo

ANGRI. Muore due mesi dopo aver dato alla luce un bambino. E nel giorno del suo funerale anche il cuoricino del suo figlioletto cessa di battere. Una storia straziante, quella di Mafalda De Sieno, 33 anni, di Angri, che ha scioccato una città intera. Mafalda lascia il marito e il loro primogenito.

Ieri il rito funebre doveva essere l’estremo saluto a una madre coraggiosa, invece ci sono stati due corpi vicini: quelli di una madre e di un bambino. Mafalda, dopo aver coronato il suo sogno d’amore, sposando Giuseppe, un uomo della Polizia dello Stato, ha detto sempre “sì” alla vita nonostante le difficoltà.

Dopo aver perso la sua prima bambina, probabilmente per una malattia congenita, coraggiosamente ha detto di nuovo “sì” alla vita e, un paio di anni fa, ha messo al mondo un bambino bellissimo. La maternità ha ribussato alle sue porte, e nonostante Mafalda sapesse che correva dei rischi ha detto ancora una volta “sì” alla vita, dando alla luce Vincenzo circa due mesi fa. Ma subito dopo il parto, il quadro clinico della giovane mamma è precipitato fino al tragico epilogo.

Un rito funebre straziante, un dolore indescrivibile ha piegato quanti l’hanno conosciuta, dagli amici ai familiari.

Mafalda non viveva più ad Angri, aveva seguito il marito per motivi di lavoro, ma tornava spesso nella sua città alla quale era profondamente legata dagli affetti: in particolare non riusciva a stare troppo tempo lontana dalla madre, dalla sorella e dal fratello.

Un dolore immenso per la famiglia, che era già stata scossa, non molto tempo fa, dalla perdita del padre di Mafalda. I suoi cari hanno potuto toccare con mano l’affetto verso Mafalda.

La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, dove è stato officiato il rito funebre, era gremita. A dare l’ultimo saluto a Mafalda ed al suo figlioletto Vincenzo anche le autorità della Polizia di Stato e della Polizia Stradale, in segno di stima e di affetto nei confronti del dipendente delle forze di polizia Giuseppe Monterosso, che ha perso sua moglie e suo figlio. Il ricordo di Mafalda è stato affidato al parroco Don Luigi La Mura, che, con visibile commozione, ha cercato di far intravedere una luce in quest’oscurità.

«Mafalda ha professato il suo credo nella sua vocazione di essere sposa e madre, -ha affermato Don Luigi La Mura - nel desiderio di dare la vita incondizionatamente, nonostante le difficoltà. Ed ora ha vinto la morte o la vita? Qualcuno dirà che ha vinto la morte, ma siccome ci troviamo dinanzi a un mistero io dico che ha vinto la vita, ha trionfato il desiderio di Mafalda di vita e di maternità, e questa vita oggi diventa eterna in Dio».

Quindi ha continuato nella sua commovente omelia: «Oggi Mafalda ha preso un nuovo obbligo davanti a Dio, quello di proteggere prima di tutto il suo figlioletto, poi suo marito Giuseppe, e poi ancora chi nel dolore non dispera ma alza gli occhi al cielo, e, come lei, non dispera ma spera».

L’affetto per Mafalda è testimoniato anche dai messaggi lasciati sulla sua pagina facebook, appena si è diffusa la notizia delle due tragiche scomparse.

«Sei andata via senza un perché, -scrive un’amica- lasciando nei nostri cuori un vuoto e un dolore immenso insopportabile. Non ti dimenticheremo mai. Dopo i trascorsi sulla terra meriti il Paradiso. Ciao Mafalda». La storia di questa donna coraggiosa difficilmente potrà essere dimenticata anche da chi non la ha conosciuta.

Maria Paola Iovino

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