il caso

Macellazione illegale di carni S’allarga l’inchiesta su abusivi

Sono già due i casi di allevamenti abusivi scoperti in meno di un anno nel territorio ebolitano. Oltre a quello in località Cioffi, scoperto l’altro ieri dai carabinieri, è stato sequestrato mesi fa...

Sono già due i casi di allevamenti abusivi scoperti in meno di un anno nel territorio ebolitano. Oltre a quello in località Cioffi, scoperto l’altro ieri dai carabinieri, è stato sequestrato mesi fa un analogo paddock a Santa Cecilia. Entrambi erano sconosciuti al servizio veterinario dell’Asl. Le stalle non erano “codificate” secondo la nuova normativa. Dietro queste aziende “fantasma” c’è il sospetto della macellazione clandestina. Il fenomeno è molto limitato dicono all’Asl, ma assume un livello allarmante con i furti di capi singoli.

«C’è un controllo sulle movimentazioni degli animali molto stringente – dice Luigi Morena, dirigente dell’unità operativa veterinaria del distretto sanitario di Eboli – I casi di allevamenti abusivi sono molto limitati. Traffici illegali di animali non ce ne risultano perché i controlli sono telematizzati. C’è una banca dati, consultabile anche dal Ministero, che permette una verifica costante delle movimentazioni, consentendo una tracciabilità sulla provenienza degli animali». Nonostante la tecnologia sia venuta incontro ai veterinari, c’è chi riesce ad allevare in clandestinità. «Possono verificarsi come nei casi di Cioffi e Santa Cecilia – spiega Morena – la presenza di capi non registrati può essere addebitata a qualche allevatore scorretto che si è disfatto di qualche suino senza passarlo alla marchiatura quando è diventata obbligatoria». Potrebbe essere questa l’origine del canale abusivo che alimenta gli allevamenti “fantasma”. La carne di questi animali non è garantita perché, appunto, non certificata. E la stessa macellazione può avvenire solo in modo clandestino. «Ogni animale ha la marca auricolare – spiega Morena – Senza il codice identificativo non viene ammesso alla macellazione. Gli animali regolari sono soggetti ad una rigida certificazione. Alcuni, addirittura, hanno il passaporto. Per un capo di bestiame clandestino è in sostanza impossibile entrare nel macello». C’è, infine, il caso dei furti singoli di bovini o di animali da cortile (polli e galline). Morena li definisce furti “giornalieri”, compiuti semmai per il proprio fabbisogno.

Massimiliano Lanzotto