LA VERTENZA

Maccaferri, i lavoratori firmano l’addio

Le maestranze sottoscrivono l’accordo di conciliazione in Confindustria: la Cigs per un anno, poi le strade si separeranno

BELLIZZI - Una firma per dire addio alla storica fabbrica “Maccaferri” di Bellizzi. Ieri, prima nella sede della Cisl di Battipaglia, poi in “Confindustria” a Salerno, c’è stata la firma dell’accordo che mette fine alla vertenza sindacale che ha visto coinvolti per un anno e mezzo i 30 operai metalmeccanici della sede di Via Roma del colosso bolognese. Tanta l’amarezza sul volto dei lavoratori che hanno provato tutte le strade possibili, anche con l’aiuto della politica, per poter riaprire i cancelli dello stabilimento e riprendere la produzione dei gabbioni metallici. L’azienda che ha la sede madre nel comune di Zola Predosa nel Bolognese, attraverso i suoi referenti è stata sempre rigida e decisa ad andare avanti per la sua strada nel reclamare la chiusura dello stabilimento di Bellizzi. Si sono affrontate tutte le possibilità per scongiurarlo con scioperi e pacifiche manifestazioni davanti ai cancelli d’ingresso della fabbrica assieme alle forze sindacali, le istituzioni ed i rappresentanti del governo nazionale.

«Purtroppo abbiamo dovuto firmare - spiega amareggiato il rappresentante sindacale aziendale Martino D’Auria - e quasi tutti faremo la cassa straordinaria per 12 mesi, sperando in una ricollocazione seria. Alcuni colleghi usciranno subito attraverso un’offerta concretizzata con l’azienda. Per altri, alla fine della cassa integrazione, scatteranno i requisiti per il collocamento in pensione. Siamo rimasti solo in 20 a dover trovare una collocazione alla fine del 12 mesi. Abbiamo famiglia, difficoltà economiche e figli da crescere. Abbiamo fatto tutto il possibile nonostante il limite numerico e la poca preparazione nell’affrontare questa situazione -ricorda D’Auria - ci abbiamo messo tutta la nostra forza e tenacia. Noi firmiamo l’accordo con l’amaro in bocca perché l’azienda bisognava salvarla. La “Maccaferri” non doveva andare via da Bellizzi. Non so se avremo più la possibilità d’avere un imprenditore così importante. Poteva essere una risorsa per il nostro territorio come lo è sempre stato in oltre 70 anni. Amo la mia terra, mi dispiace veder perdere posti di lavoro ed economia che va via». Ieri c’è stata la firma della conciliazione in uscita al termine di una procedura che ha sconfitto azienda, lavoratori, istituzioni e forze politiche del territorio.

All’elenco delle attività produttive “defunte” del Salernitano, si è aggiunta, anche se in minima parte, la storica “Maccaferri” di Bellizzi. L’azienda ha attivato la procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività lo scorso 4 maggio. L’organico complessivo riguarda 29 dipendenti, di cui 4 impiegati e 25 operai, tutti uomini, attualmente in forza presso l’unità produttiva di Bellizzi. Un’agonia durata un anno e mezzo, oggi è arrivata al capolinea. Il procedimento firmato dall’amministratore unico della “Maccaferri”, Mario Cetta spiega che la cessazione definitiva dell’attività nello stabilimento di Bellizzi è maturata a valle di un lungo percorso originato nella crisi economica globale che nell’ultimo decennio ha investito il business in cui opera l’azienda.

Piero Vistocco