L'INTERVISTA

Luigi Di Maio: «Rilancio Treofan Battipaglia, modello per l’Italia»

Il ministro ritorna nella fabbrica acquistata da Jcoplastic: «Si vede che il nostro sistema produttivo è vitale e attrattivo»

«È questa l’Italia che vogliamo». Parola del ministro Luigi Di Maio . Nel Paese della crisi senza fine, per il numero uno della Farnesina la lezione del riscatto arriva da Battipaglia, profondo Sud, ed ha i visi e lo sguardo delle donne e degli uomini dell’ormai ex “Treofan”, protagonisti d’una lotta a ranghi serrati a difesa d’un impiego, ed il volto e gli occhi d’un manager bergamasco, Antonio Foresti , il patron della “Jcoplastic”, bergamasco col cuore nella Piana, che ha regalato un futuro ai 51 guerrieri. Il rilancio ha le facce delle donne e degli uomini che Di Maio incontrerà oggi, nei capannoni dell’ex “Treofan” , che visitò 15 mesi fa, agli inizi d’un incubo, quando era il vicepremier, titolare del Dicastero del Lavoro: il ministro degli Esteri ritorna oggi alle 16 e 30, agli albori d’un sogno.

Non sono stati mesi facili, ma ora i 51 ex “Treofan” sono salvi: subito dopo l’incontro della gioia, al Ministero dello Sviluppo Economico, le maestranze le dissero grazie con un video...

Un grosso abbraccio a tutti i lavoratori della Treofan di Battipaglia, che oggi avrò il piacere di incontrare. Non hanno mai mollato. Voglio ringraziare anche i parlamentari Cosimo Adelizzi e Anna Bilotti, che hanno seguito dal primo istante questa delicata vertenza. Grazie anche alla struttura del Ministero dello Sviluppo Economico, al suo fantastico personale e ovviamente all’amico e ministro Stefano Patuanelli. Questa è l’Italia che vogliamo, fatta di persone coraggiose e determinate a portare avanti le proprie battaglie, con uno Stato amico pronto a supportare chi sta in difficoltà.

La “Jcoplastic” ha acquisito il ramo d’azienda battipagliese di “Treofan”: come valuta l’intesa?

L’accordo quadro per la reindustrializzazione dello stabilimento “Treofan” di Battipaglia, firmato lo scorso 20 febbraio, prevede che tutti e 51 posti di lavoro dell’azienda vengano garantiti e che l’industria continui a produrre in un settore complementare a quello precedente. Non posso che ritenerlo un risultato molto importante, frutto di un energico lavoro di squadra delle istituzioni.

Qual è il messaggio che arriva da Battipaglia? Insegna di sicuro che il sistema produttivo italiano è solido, vitale e attrattivo e che, se mettiamo a punto un progetto valido e lo presentiamo nel modo giusto agli investitori, possiamo raggiungere gli obiettivi prefissati.

Non soltanto lavoro, insomma: c’è molto di più...

Sì. Tengo a sottolineare che con questa operazione di successo non è stata salvata soltanto un’azienda del Meridione ma si è operato per preservare il tessuto socio-economico in cui tale stabilimento insiste, fatto di famiglie e di valori.

Il 26 dicembre 2018 era ministro del Lavoro; oggi è alla Farnesina...

Sì, ma anche in questa funzione, il sostegno al sistema produttivo italiano rimane la mia priorità e a tal fine ho voluto che fossero rafforzati gli strumenti in mano al Ministero degli Affari esteri in questo settore.

In che modo?

Per esempio trasferendo alla Farnesina, dallo scorso settembre, le competenze in materia di promozione e commercio internazionale, che prima venivano esercitate dal Ministero dello Sviluppo economico. Grazie a questa riforma, la rete del Ministero degli Esteri, con 128 Ambasciate, 80 Consolati e 83 Istituti italiani di Cultura, è stata potenziata con ben 78 uffici dell’Agenzia Ice e 12 del Gruppo Cassa depositi e prestiti, costituito dalla “Sace” e dalla “Simest”. Il loro lavoro è proprio quello di sostenere le imprese italiane all’estero.

Negli anni della crisi, Battipaglia ha perso mille posti di lavoro: in molti casi si trattava di multinazionali. Come si rilanciano oltre i confini le piccole e medie imprese delle tante “Battipaglia” d’Italia?

L’obiettivo che ci poniamo e sul quale lavoreremo con convinzione è duplice: continuare il percorso di internazionalizzazione intrapreso negli ultimi anni, aprendolo sempre più alle piccole e medie aziende, vera ossatura del nostro tessuto socio- economico e, al tempo stesso, promuovere al meglio all’estero le opportunità d’investimento nelle Regioni italiane, in primis nel Mezzogiorno.

Arriva a Battipaglia al termine di tre giorni nella “sua” Campania: la regione è viva?

Queste giornate sono state ricche di fruttuosi impegni, a cominciare dal Vertice intergovernativo tra Italia e Francia che è servito per consolidare la profonda amicizia con Parigi. Ho anche colto l’occasione per visitare una realtà di eccellenza di questa Regione, il Polo Leonardo di Pomigliano d’Arco, uno dei centri più importanti dell’industria aeronautica nazionale. Ieri abbiamo inaugurato l’Aerotech Campus. “Leonardo” è una delle società italiane di punta, presente in tutto il mondo: è possibile coniugare una strutturata presenza nel territorio italiano, anche al Sud, ed essere estremamente competitivi all’estero.