Ludopatie, il Tar dà ragione al Comune 

Respinto il ricorso di 25 fra bar e agenzie di scommesse contro l’ordinanza sindacale che limita l’orario di apertura

Il Tar dà ragione al Comune di Nocera Inferiore e condanna bar e agenzie di scommesse al pagamento delle spese di giudizio. La vicenda è relativa al ricorso presentato da diciotto bar e sette tra agenzie di scommesse e sale giochi contro l’ordinanza numero 42 del sindaco Manlio Torquato del primo maggio scorso, che limita dalle 15 alle 23 l’orario d’uso di slot machine e vlt e altri giochi simili. Gli “apparecchi di intrattenimento e svago con vincita di denaro”, le cosiddette macchinette mangiasoldi, potranno essere installate solo in bar, ristoranti, alberghi, rivendite tabacchi, esercizi commerciali, circoli ricreativi, ricevitorie del Lotto e altri del genere o in agenzie di scommesse videolottery e sale bingo, ma dovranno essere spenti di mattina e di notte. Apparecchi che potranno essere installati in locali che siano almeno a 300 metri da scuole, asili nido, chiese ed altri luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri aggregativi giovanili, centri sociali, strutture residenziali o semiresidenziali sanitarie o socio assistenziali (come le case di cura o di riposo), le strutture ricettive per categorie protette o sanitarie e centri socio ricreativi e sportivi.
I 25 ricorrenti hanno ritenuto lesivo dei loro diritti il provvedimento del sindaco. Il Tar ha sentenziato che la liberazione degli orari di apertura «non preclude all’amministrazione comunale la possibilità di esercitare il proprio potere di inibizione delle attività per esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, oltre che del diritto dei terzi al rispetto della quiete, in caso di accertata lesione di interessi pubblici quali quelli in tema di sicurezza, libertà, dignità umana, utilità sociale, salute». In più la Corte Costituzionale ha condiviso questa interpretazione anche per quel che riguarda il contrasto alla ludopatia.
«Nessuna volontà persecutoria rispetto a tanti onesti esercenti, ma non possiamo né dobbiamo essere la città del gioco d’azzardo e delle slot machine tutte le ventiquattr’ore, delle scommesse rovina famiglie e studenti – ha commentato il sindaco -. Bisognava mettere un freno. Andava fatto senza perdere tempo. Lo abbiamo fatto. Ora potremo avere il tempo per regolamentare bene il settore, senza venir meno ai principi dell’ordinanza. Lo Stato su questo è carente e contraddittorio. Da una parte invita a comportamenti etici e invoca l’educazione sociale, dall’altro però autorizza sale e slot, e i sindaci, al solito, fanno da unica frontiera».
Ma l’avvocato Carmela Landi, legale dei ricorrenti annuncia: «Stiamo valutando di ricorrere al Consiglio di Stato. Nella sentenza del Tar è emerso che il collegio ha preso in considerazione sentenze del 2014 e non quelle successive, tra cui una del 2017, che vanno a nostro favore. Con l’ordinanza del sindaco di Nocera Inferiore, non sarà più possibile esercitare in città questa attività autorizzata dallo Stato, con gravi ripercussioni economiche per gli imprenditori e senza sconfiggere la ludopatia, in quanto, basta percorrere pochi chilometri e si arriva nei comuni circostanti dove non sono state adottate ordinanza limitative di orari. In questo modo, i soldi di Nocera vanno fuori città».
Salvatore De Napoli
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