L'ATTESA

Luci d'Artista, limoni senza foglie e acquari senz’acqua

Città divisa sulle luminarie targate Blanchere Illumination

SALERNO - Le Luci d’artista targate Blachere Illumination dividono i salernitani. A pochi giorni dall’inaugurazione, fissata per venerdì 9, la città guarda perplessa alla nuova cifra stilistica data all’edizione 2018-2019 della manifestazione che ogni anno richiama migliaia di turisti. C’è chi storce il naso, chi da settimane massacra sui social l’amministrazione comunale, chi apprezza il tono minimale delle installazioni e chi grida al flop. Ma su un punto sembrano essere (quasi) tutti d’accordo: che piacciano o meno, non sono luci d’artista, ma luminarie. Tra i più critici c’è Nello Ferrigno , autore di una serie di opere luminose esportate anche a Torino: «Non ci sono parole. In passato, dietro ogni installazione c’era una firma. Adesso non è più così e ritengo che l’operazione sia completamente fallita. I cuori bianco-azzurri che stanno installando sul corso Vittorio Emanuele sono osceni e fanno a cazzotti con il giallo di quei limoni che, come ha sottolineato giustamente il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca , sembrano fiori di zucca. Per non parlare dei cavallucci granata di piazza Sant’Agostino, semplicemente inguardabili. Se si vuole addobbare la città con 27 chilometri di illuminazioni, si fa San Matteo. Viceversa Torino da anni ha acquistato opere di artisti come Mertz o Pistoletto e le colloca solo in pieno centro. Chiamatele luminarie, ma luci d’artista proprio no, perché di artistico, per quanto ci si voglia sforzare, non c’è assolutamente nulla »