I LAVORI

Luci d'artista, iniziato ieri il montaggio tra via Roma e la Villa

 Domani il deposito della memoria difensiva del Comune per il ricorso al Tar della ditta francese

SALERNO. Come preannunciato, ieri è iniziato ufficialmente il montaggio delle luminarie in vista dell’inaugurazione di Luci d’artista. Gli operai hanno iniziato le operazioni partendo dalla Villa comunale e da via Roma e nei prossimi giorni proseguiranno nelle altre zone della città. Soddisfatto il sindaco Vincenzo Napoli che non ha mancato di commentare il momento dalla sua pagina Facebook. «Abbiamo preso una decisione importante – ha scritto – per salvaguardare il turismo e il commercio di una città riconosciuta a livello internazionale anche grazie alle Luci. Anche i più scettici oggi riconoscono il valore indiscusso di questa manifestazione giunta alla sua dodicesima edizione (in realtà sarebbe l’undicesima ndr) che quest’anno, tra l’altro, si arricchirà di ulteriori momenti culturali come la mostra di Leonardo da Vinci». Inizia, ora, una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di recuperare i giorni perduti e non far slittare eccessivamente la manifestazione. In estrema ratio, si è già ipotizzato di fare un’inaugurazione parziale con l’accensione solo delle luminarie installate nella zona del centro e poi proseguire con il montaggio nelle altre aree della città. Tutto questo sempre che il Tar non accolga la richiesta di sospensiva presentata dalla Blachere illumination, seconda classificata al bando di gara.
A tal proposito, c’è grande attesa per conoscere la memoria difensiva preparata dal Comune che sarà depositata nella giornata di domani, come annunciato dal dirigente del settore Avvocatura nel corso della riunione della commissione Trasparenza da lui presenziata. Lo stesso Di Mauro avrebbe assicurato che i consiglieri saranno messi al corrente del provvedimento già nel giorno successivo così da integrare gli atti che sta preparando la commissione. Sulla questione Luci d’artista è intervenuto, ieri, anche il consigliere Gianpaolo Lambiase. Fu proprio lui, in tempi non sospetti, quando ancora non era stato nemmeno pubblicato il bando, a sollevare il problema di una possibile partecipazione della Iren; a suo giudizio, infatti, si sarebbe creata una situazione di conflitto di interessi. Nella sua nota prova a spiegare perché il ricorso presentato al Tar abbia messo «in stato di agitazione» l’intero apparato comunale. Il consigliere individua due motivi. «Il primo motivo: l’Amministrazione comunale – scrive – si è accorta troppo tardi che non è possibile impegnare la Iren di Torino per il montaggio delle Luci dal 2006 ad oggi senza uno straccio di gara. È sempre stato dato incarico diretto alla ditta piemontese , la quale ha incassato oltre 25 milioni di euro in dieci anni. Nel 2017 il Comune bandisce finalmente una pubblica gara d’appalto». Quindi il primo motivo riguarderebbe il passato ma, volendo, anche il fatto che il bando di gara sia stato pubblicato troppo in ritardo rispetto all’ipotetico inizio dell’evento, come sottolineato anche dai consiglieri di maggioranza nel corso della riunione tenutasi l’altra sera. «Il secondo motivo – continua Lambiase – riguarda l’incompatibilità della stessa Iren a partecipare alla gara. La Iren è una società quotata in Borsa, molto attiva nei settori del gas e dell’energia elettrica. A fine 2016 si fonde con Salerno energia vendite, società partecipata dal Comune. Questa operazione finanziaria ha consentito alla Iren di acquisire la maggioranza delle azioni societarie, senza sborsare un euro. Una delle motivazioni del ricorso è proprio il conflitto d’interesse, che sembra evidente, tra Iren e Comune. Può partecipare il socio del Comune ad una gara bandita dallo stesso Comune?».
La risposta a cui arriva il consigliere è naturalmente negativa. E cita, in proposito, un passo di una sentenza del Consiglio di Stato che recita testualmente: «laddove sussistano situazioni di “contrasto” anche solo potenziale, ai fini della configurabilità di un conflitto d’interesse, non occorre sindacare se in concreto potrebbe aver luogo la violazione dei principi d’imparzialità e buon andamento, è sufficiente la sussistenza di un ragionevole dubbio che ciò possa avvenire, in quanto ciò è già di per se stesso idoneo a ledere il principio che vuole l’immagine della pubblica amministrazione al di sopra di ogni sospetto».

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