Luce gratis al “Gloriosi” A giudizio il presidente

L’osservatorio astronomico di Rovella allacciato abusivamente alla rete pubblica A metà maggio la prima udienza del procedimento contro Fedele Verzola

MONTECORVINO ROVELLA. L’anno scorso, a giugno, scoppiò il caso. Il sindaco Egidio Rossomando spense le luci esterne dell’osservatorio astronomico “Gian Camillo Gloriosi” perché collegate abusivamente alla rete pubblica. Per quel furto aggravato c’è ora un imputato. È il presidente dell’osservatorio, Fedele Verzola, 70 anni, di Montecorvino Rovella. Il sostituto procuratore Marinella Guglielmotti della procura di Salerno lo ha citato direttamente a giudizio. La prima udienza è fissata a metà maggio dinanzi al giudice monocratico Fabio Zunica del tribunale di Salerno.

Dieci anni, tanto sarebbe durato l’allaccio abusivo secondo la procura. Durante questo tempo, undici fari della struttura per lo studio cosmico sono stati alimentati da un cavo collegato abusivamente all’illuminazione pubblica. L’allaccio ritenuto illegale è avvenuto sulla rete che serve via San Marco, dove ha sede l'osservatorio. I fari servivano a dare luce alla cupola e a un palo esterno alla struttura. I consulenti del pm Guglielmotti hanno quantificato anche il presunto danno: 5,6 euro all’ora. I fari abusivi assorbivano una potenza di circa 2,95 chilovattori all’ora. Facendo un po’ i calcoli, il danno per le casse comunali non è trascurabile.

Tutto è cominciato dalla segnalazione di un cittadino, come tenne a dire il sindaco di Rovella, che fece partire la verifica dell’ufficio tecnico comunale. E fu così scoperto quel cavo elettrico collegato all’impianto pubblico che fungeva da derivazione verso l’osservatorio. Un servizio di cui non c’è traccia di autorizzazione comunale. A riprova l’amministrazione cittadina ha presentato una delibera del 1997 sul censimento degli edifici, tra i quali chiese e monumenti, pertanto luoghi da valorizzare, che potevano usufruire dell’impianto di pubblica illuminazione. Nell’elenco l’osservatorio non c’è, pur essendo molto frequentato da appassionati della materia e rappresenti un prezioso richiamo turistico per Montecorvino.

Tanto è bastato allora per far scattare la denuncia per furto nei confronti del rappresentante legale dell’ente che gestisce la struttura di via San Marco. A fine settembre la procura ha chiuso le indagini dopo aver raccolto elementi di prova dai quali, a suo avviso, emergerebbe la colpevolezza del presidente dell’osservatorio. Nell’esercitare l'azione penale, il pm li ha ritenuti sufficienti per chiedere la citazione diretta in giudizio, senza passare per il filtro dell’ufficio del gip. Individuata dalla pubblica accusa l’unica parte offesa nel sindaco in rappresentanza del Comune. L’amministrazione cittadina, dalla quale è partita la denuncia, potrà esercitare il diritto di costituirsi parte civile, nominando un proprio legale, al fine di ottenere il riconoscimento di un eventuale danno, ma solo nel caso in cui il presidente dell’osservatorio fosse condannato.

Massimiliano Lanzotto

©RIPRODUZIONE RISERVATA