Lottizzazione a Sava di Baronissi A giudizio un dirigente comunale

È accusato di aver rilasciato permessi a costruire illegittimi ignorando le sentenze del Tar Processo anche per l’imprenditore della “L.G. Immobiliare” che voleva costruire le residenze

BARONISSI. Quel complesso residenziale che la “L.G. Immobiliare” voleva realizzare in località Sava di Baronissi, alla fine, non si è fatto. Ma i permessi a costruire, più volte bocciati dalla giustizia amministrativa, sono confluiti in un fascicolo penale che costa adesso un rinvio a giudizio al funzionario comunale che li ha firmati e al costruttore che avrebbe potuto beneficiarne. Sono accusati entrambi di concorso in abuso d’ufficio, e dal prossimo maggio dovranno affrontare un processo davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno.

Tutto inizia nel marzo del 2010, quando il Comune di Baronissi rilascia alla “L.G. Immobiliare” di Luigi Iacuzio un permesso per la costruzione di residenze e centro sportivo. Quel permesso è poi oggetto di una variante, che nel dicembre del 2011 sostituisce il centro sportivo con due “unità abitative per anziani”. Con l’area destinata alla lottizzazione confina il condominio di via Pozzillo, dove gli inquilini iniziano a sospettare che non tutto sia in regola. Qualcuno si rivolge quindi ai giudici e ottiene sia dal Tar che dal Consiglio di Stato l’annullamento dei titoli edilizi, firmati entrambi dall’allora responsabile dello Sportello unico per l’edilizia, Michele De Chiara. Eppure, secondo la ricostruzione sottoposta al giudice penale, neanche questo basta a fermare i progetti edificatori. Anzi, le diffide inviate al Comune perché prendesse atto delle sentenze e disponesse la riduzione in pristino dei luoghi, rimangono lettera morta. E nel giugno del 2014 (due mesi dopo la pronuncia del Consiglio di Stato) sul cantiere compare un cartello che indica un nuovo permesso a costruire, questa volta per un centro polifunzionale destinato ad “attività associative e culturali di tipo privato”. È allora che uno dei residenti si rivolge alla Procura e il sostituto procuratore Maria Chiara Minerva avvia le indagini, confluite adesso nel decreto di rinvio a giudizio.

Ai due imputati, difesi dall’avvocato Rosario Fiore, si contesta di aver messo in piedi un disegno che, attraverso l’abuso d’ufficio, voleva nella sostanza vanificare le pronunce con cui la giustizia amministrativa aveva annullato i precedenti permessi a costruire, a loro volta viziati. Negli atti dell’inchiesta si precisa tra l’altro che il permesso del 2014 sarebbe stato rilasciato in violazioen della normativa edilizia, che lo avrebbe consentito solo se i due precedenti fossero stati annullati per meri vizi di forma. Per gli inquirenti il tentativo era di arrivare «ad una completa sanatoria a costo zero degli immobili abusivi», tesi che da maggio sarà al vaglio del tribunale. In aula ci sarà anche il denunciante, costituitosi parte civile e assistito dagli avvocati Luigi Vuolo e Davide Ferrazzano. (c.d.m.)

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