«Lotteremo per realizzare i sogni dei padri fondatori» 

Alle Fonderie l’ultimo saluto di familiari e lavoratori al presidente Mario Pisano Appello dei dipendenti agli eredi: non arrendetevi, restate al nostro fianco

L’ultimo saluto a Mario Pisano, uno degli ultimi “padri” delle Fonderie Pisano spa, è cominciato lì dove tutto era iniziato. Dall’ospedale Ruggi, dove l’imprenditore 88enne si è spento lunedì mattina, il corteo funebre è partito alle 14 per arrivare mezz’ora dopo allo stabilimento di via dei Greci, prima di esser accompagnato nella chiesa di San Paolo, al rione Calcedonia, alle 15.30, per la Santa Messa. Accolto nel silenzio, il feretro è stato trasportato in uno dei capannoni. Lo stesso che tre anni fa aveva accolto suo fratello Luigi. Tutti i lavoratori presenti, con il consiglio d’amministrazione schierato a lutto e pronto ad ascoltare non solo la benedizione del parroco di Matierno, Cappelle e Pastorano, don Marco Raimondo, ma anche il saluto dei lavoratori stessi.
«Ricordo quando don Mario si aggirava nel reparto fusione, dove lavorava ogni giorno - racconta uno degli operai - Non per dirigerci ma per sporcarsi con noi. Ci trattava come figli. Aveva un cappello particolare sempre in testa, con falde piccole, bassino. Ci prendeva sempre in giro in maniera bonaria. Quando avevi bisogno però era sempre presente, per consigli o sostegni. Negli ultimi tempi, però, non era più sereno. Viveva molto male la situazione dell’azienda». Durante il ricordo, davanti al feretro e ai lavoratori, è stato Angelo Clemente, responsabile sindacale d’azienda, ad invitare la famiglia Pisano a non mollare: «La promessa che possiamo fare a don Mario e don Luigi - ha detto Clemente - è quella di lottare fino alla fine. Fin quando avremo forza, lotteremo per portare avanti il loro sogno. Non ci fermiamo qui. Chiediamo anche a voi, eredi di questi pilastri, di non arrendervi, di lottare con noi».
Chiaro e diretto il messaggio ai titolari dell’azienda affinché provino tutte le strade possibili per riconquistare la fiducia della Regione Campania e dei cittadini e far rinascere uno stabilimento la cui qualità dei prodotti è da sempre riconosciuta ma che ha anche avuto a che fare con troppe irregolarità sancite da Arpac, Regione e Procura. Insomma, il bando per l’acquisizione di un terreno in area Asi c’è. Ora sta ai Pisano decidere se continuare, eventualmente anche a forni spenti, salvando 120 famiglie, oppure gettare la spugna.
«Noi vogliamo dimostrare di voler solo lavorare bene, come abbiamo sempre fatto e come ci hanno sempre riconosciuto nel mondo - ha risposto Ciro Pisano, nipote del presidente scomparso e membro del cda - Con correttezza, nel rispetto di tutti, delle norme. Sicuramente non dobbiamo fermarci e lotteremo usando una serie di “armi” e di soluzioni. Ma sono convinto che se rimarremo uniti, riusciremo ad andare avanti. Molti di voi hanno avuto familiari che hanno lavorato qui, ed è per loro che dobbiamo continuare. Non dipende solo da noi, ma dobbiamo convincere gli altri che vogliamo cooperare nel giusto, se vorranno farcelo fare».
Da stamane, intanto, ripartono le iniziative dei lavoratori e della Cgil. Come già annunciato, oggi ci sarà il presidio davanti Palazzo di Città per chiedere un incontro al sindaco Vincenzo Napoli e domani si cercherà di recuperare il presidio davanti la sede della presidenza della Regione a Napoli, saltato lunedì per il maltempo. «Le iniziative - affermano lavoratori e sindacalisti - non si fermeranno. Anzi, si moltiplicheranno finché non avremo una soluzione dalle Istituzioni e dall’azienda».
Emilio D’Arco
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