Lotta agli abusi edilizi Arriva il “demolitore”

Si è insediato a Salerno il nuovo vice procuratore generale Aldo De Chiara Ci sono 300 sentenze esecutive di abbattimento da eseguire in tutta la provincia

SALERNO. «Mi sono insediato di fatto lunedì, con due autodemolizioni di case abusive. Direi che siamo partiti bene…».

Aldo De Chiara è magistrato rigoroso, di quelli che non guardano in faccia a nessuno. Nelle maglie dei pm della sezione ambiente da lui coordinata a Napoli finì anche Luca di Montezemolo, condannato poi a un anno per abusi edilizi nella sua villa di Anacapri. E negli anni scorsi è diventato lo spauracchio dell’isola più abusiva d’Italia, Ischia, lasciando ai residenti l’onere di eseguire oltre tremila sentenze di demolizione. Buona parte di quelle sentenze portano la sua firma. L’ex procuratore aggiunto di Napoli inaugura ora la sua nuova missione a Salerno: è il nuovo avvocato generale dello Stato, vice procuratore generale dopo la nomina ricevuta il 16 maggio.

«Il compito è mantenere la collaborazione con le autorità giudiziarie e occuparmi tra l’altro di rogatorie e estradizioni. Sono a capo dell’ufficio demolizioni di tutta la provincia. Mi aspetta un bel percorso. E se mi faccio tutti gli 8 anni qui, chiuderò la mia vita di magistrato proprio a Salerno».

Impressioni sulla città?

«Positive, ci torno dopo 42 anni. Qui nel lontano 1970 ho fatto il vice commissario di polizia. La città è molto cambiata, più vivibile oggi di allora e in continua crescita».

Ci ha guadagnato a andar via da Napoli allora?

«La domanda l’ho fatta io. A Salerno frequento solo la zona bene però. Certo, tra il corso Garibaldi delle due città c’è una bella differenza…».

Obiettivo principale?

«Le demolizioni. Ho trovato un ufficio organizzato e una persona molto valida come la collega Antonella Giannelli. Nel distretto di Salerno si sta consolidando una prassi che sdrammatizza l’idea repressiva dell’abbattimento e rende tutto più semplice. In questi giorni due privati cittadini lo hanno fatto a spese loro».

Quanto costa demolire?

«Un immobile di 100 metri quadri circa 50 mila euro, che sono anticipati dalla Stato. Ma spesso i condannati non hanno nulla quindi lo Stato quando anticipa perde i soldi».

Quanti interventi sono previsti?

«Il numero delle sentenze di condanna diventate esecutive in tutti i distretti, Salerno, Sala Consilina, Nocera e Vallo della Lucania, sono trecento. Ma è una cifra bassa, perché in appello spesso il reato si prescrive. In realtà gli abusi sono migliaia. Bisogna incidere sui tempi di prescrizione di questi reati che offendono il territorio. E continuare a promuovere le autodemolizioni dopo l’ingiunzione della Procura. Il problema è che i condannati si decidono a demolire solo quando arrivano le ruspe. L’altro handicap è economico: bisogna reperire i fondi».

L’area più a rischio?

«Il Cilento anche perché difficile da controllare e la Costiera dove il rischio prescrizione è più alto perché c’è più ricchezza e chi può pagare allunga i tempi. Dobbiamo coinvolgere la Forestale. E l’Ente Parco del Cilento».

Il presidente dell’Ente è stato però accusato dalla Faita di immobilismo.

«Mi incontrerò a breve con lui, l’Ente ha autonomia e fondi per demolire gli abusi, che ci sono eccome. Ma ci dobbiamo coordinare».

A Salerno ritrova Franco Roberti, alle prese con il giallo di Vassallo .

«Siamo vecchi amici. So che si sta impegnando giorno e notte. Lì ci sono plurimi filoni di indagine, ma sono fiducioso».

Ferruccio Fabrizio

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