Lotito pensa in grande: «Salerno Calcio in 5 anni ai vertici»

Presentata al Comune la nuova societá gestita da Lotito e Mezzaroma. Carlo Perrone nuovo tecnico

• SALERNO. Sará dura, e chissá quanto tempo ci vorrá prima che diventi un nome familiare, ma d’ora in avanti dovremo chiamarla così: Salerno Calcio. E’ la denominazione con cui sará affiliata alla Lega Nazionale Dilettanti, per disputare il prossimo campionato di serie D, la prima societá calcistica del Comune capoluogo. L’imprimatur definitivo sulla scelta arriva, poco dopo la mezza di ieri, a Palazzo di Cittá, in quello stesso Salone dei Marmi, che - toccate pure ferro! - tenne a battesimo poco meno di sei anni fa anche la precedente Salernitana Calcio 1919. E arriva direttamente dal sindaco De Luca, in piedi davanti al suo scanno. «La nuova societá si chiamerá Salerno Calcio e avrá sulla maglia principale i colori giallo, blu e rosso che sono quelli del nostro Gonfalone e lo stemma di San Matteo», mette così fine alla spasmodica attesa degli ultimi giorni, il primo cittadino.

• Che, però, non recide il cordone ombelicale col passato. Anzi... «Faremo di tutto, quando le leggi lo consentiranno - assicura De Luca, ancor prima che rimbombino, anche nel Salone dei Marmi, i cori dei tifosi che rivendicano l’ippocampo e la vecchia denominazione sociale - per riappropriarci dei nostri simboli, colori, marchio e storia calcistica». Ma chiede anche che - nel mentre - l’intero ambiente sportivo «faccia un salto di qualitá, lasci da parte municipalismi che stonano in un’epoca di globalizzazione». Invita a diffidare da chi «non ha speso una parola per salvare la vecchia societá, mentre ora si dichiara pronto ad impiccarsi al cavalluccio». Ma, soprattutto, De Luca ribadisce le ragioni che lo hanno spinto a preferire quella della Morgenstern Srl alle altre sei manifestazioni d’interesse per il bando pubblico, «il primo, in Italia, con queste modalitá di trasparenza», indetto dal Comune. «L’eccellenza del progetto sportivo, l’affidabilitá e la soliditá degli interlocutori, l’indipendenza della societá e la disponibilitá a realizzare un centro sportivo in loco, sul modello di Formello, per valorizzare anche le nostre giovani leve mi hanno convinto a riporre totale fiducia negli imprenditori Lotito e Mezzarona. A loro ora passa la palla. Potranno muoversi in totale autonomia, perché il mio compito istituzionale finisce qui».

• E’ l’assist che restituisce la ribalta al presidente della Lazio, "scortato" a Salerno anche dagli uomini del management biancoceleste: l’avvocato Gianmichele Gentile, il commercialista Sergio Scibetta, il direttore dell’impiantistica GianniRusso, quello dell’area comunicazione Stefano De Martino, il coordinatore dell’area tecnica Igli Tare. E Claudio Lotito non ha certo bisogno dell’input delle domande per sciorinare a 360 gradi il "progetto Salerno Calcio". «Partiremo dalla serie D, che è un campionato infernale, per vincere.Non saremo una societá satellite della Lazio, ma ci sará una sinergia, che ci permetterá di sfruttare competenze e professionalitá specifiche. A breve ci daremo un assetto dirigenziale snello e funzionale e nel giro di cinque anni riporteremo questa cittá e questa tifoseria ai vertici del calcio italiano. Ma bisognerá procedere per tappe, avendo più di un occhio ai bilanci e soprattutto consentendo ai giovani, anche locali, di allenarsi in un centro sportivo del club». Il patron laziale occupa giá anche il posto in panchina: «Abbiamo scelto di puntare sul tecnico Carlo Perrone, anche per un discorso di prospettiva». E Marco Mezzaroma? Poche ma sentite parole dal presidente in pectore: «Il mio investimento su Salerno non é solo dettato da questioni affettive, essendo il marito del ministro Carfagna, ma anche dall’eccellenza amministrativa di questa cittá di cui mi sento figlio adottivo e dalla possibilitá di collaborare con mio cognato». Questi due l’hanno partorita e l’alleveranno, ma ora toccherá a tutti noi coccolare Salerno Calcio.
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