Loculi mai consegnati I resti dei defunti finiti in un container

Al centro della vicenda un accordo con un’arciconfraternita Oltre 50 famiglie hanno pagato e stanno ancora aspettando

NOCERA SUPERIORE. «Abbiamo pagato migliaia di euro per i loculi funerari, ma ancora nessuno ci dice che fine abbiano fatto i nostri soldi».

La vicenda dei loculi della cappella gestita dall’Arciconfraternita del SS.Rosario di Materdomini non si è conclusa. Anzi, la storia parla di cittadini infuriati rimasti senza soldi e senza loculi, lavori della cappella bloccati, ossa chiuse in container con l’impossibilità di praticare il culto e una causa pendente che coinvolge il Comune di Nocera Superiore e la Diocesi di Nocera Inferiore, oltre la stessa Arciconfraternita.

Tutto ha avuto inizio da contratti stipulati in merito alla concessione di loculi funerari nella Cappella del SS. Rosario del cimitero nocerino. L’Arciconfraternita risulta proprietaria della struttura e la concessione era di novantanove anni. Più di cinquanta famiglie hanno sottoscritto il contratto, pagando fino a 13mila euro. Il pagamento poteva essere effettuato per intero o rateizzato prevedendo il versamento di una somma pari al 30 per cento del prezzo complessivo alla data di stipula, altri tre pagamenti per un quota pari al 20 per cento del prezzo di vendita e un ultimo versamento a saldo da effettuarsi all'atto della consegna materiale dei loculi. Consegna che non è mai avvenuta. Infatti, i lavori di consolidamento statico e ristrutturazione della cappella cimiteriale, appaltati alla ditta Fal.Pas. di Sarno e già prorogati una volta, ancora non sono stati completati, impossibilitando i richiedenti ad usufruire dei loculi. Tra il gruppo di cittadini in protesta, spunta fuori anche un atto di citazione, contro l’Arciconfraternita del SS. Rosario, la “Curia Vescovile” (Diocesi Nocera) e il Comune di Nocera Superiore, atto che ha fornito ulteriori particolari sulla vicenda. La vittima ha sottoscritto nel 2008 un contratto con l’allora priore dell’Arciconfraternita, Giovanni Pagano, per la concessione di due loculi funerari. Secondo le memorie depositate in tribunale, i loculi avrebbero dovuto essere consegnati entro giugno 2010. L’istante aveva fatto richiesta già tempo prima della concessione di quattro loculi nel cimitero e di un suolo per la costruzione di un’edicola funeraria, vista l’inagibilità dei propri loculi collocati all’interno della cappella dell’Arcinconfraternita dissestata dopo il terremoto del 1980 e dove giacevano i propri antenati. La domanda al comune però era rimasta inevasa. L’unica possibilità era di aderire alle iniziative intraprese dal priore, tese ad avviare il restauro e la ristrutturazione della cappella con relativa concessione di loculi ed ossari. Nel 2008, i resti degli avi della vittima, in coincidenza dell’inizio dei lavori, furono traslati dalla fatiscente cappella nei container all’interno del cimitero. Sul posto, è possibile vedere croci con lucette alle finestrelle, fiori o lumini fuori dalla porta: unico modo per onorare i propri defunti. Il Comune avrebbe fornito documenti relativi ai titoli edilizi, senza rilasciare alcuna documentazione per estumulazione e traslazione delle salme. In quelle strutture, sono chiusi da anni i resti dei cari dei concessionari. Ora la questione si è complicata, dato il commissariamento dell’Arcinconfraternita. I cittadini aspetta ancora spiegazioni.

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