Vallo

Litiga con l’ex fidanzatina, la minaccia col coltello a scuola

La ragazzina in lacrime ha raccontato l’accaduto ai suoi professori che hanno allertato i carabinieri. Il 16enne denunciato al Tribunale dei minori frequenta lo stesso istituto e classe della studentessa

VALLO DELLA LUCANIA. La fidanzatina lo lascia e lui, appena 16enne, la minaccia con un coltello davanti scuola. È accaduto l’altra mattina, all’ingresso di un istituto superiore di Vallo della Lucania. La vittima e l’aggressore sono coetanei, frequentano lo stesso istituto e la stessa classe. Lui originario di Vallo Scalo, lei di un piccolo paese dell’entroterra. È stata la ragazza, in preda al panico, a confidare in lacrime l’accaduto ai propri insegnati che hanno allertato i carabinieri. Spaventatissima, ma con coraggio, ha raccontato i dettagli dell’aggressione subita. Una vera e propria liberazione per la studentessa che dopo la deposizione è scoppiata in lacrime. La fine di una relazione finita male, la fine di incubo. I carabinieri hanno subito rintracciato il fidanzatino violento e dopo aver recuperato il coltello all’interno dello zaino, lo hanno denunciato al tribunale per i minorenni di Salerno. Ma le indagini, dirette dal capitano Mennato Malgieri, sono tuttora in corso.

Da una prima ricostruzione sembrerebbe che i due studenti abbiamo iniziato a discutere animatamente all’ingresso della scuola. Una lite banalissima, come tante. Poi però la gelosia del ragazzo ha preso improvvisamente il sopravvento: ha estratto dallo zaino un coltello da cucina e l’ha minacciata. La ragazza ha iniziato a piangere ed è scappata in classe. Poi il racconto ai professori e l’arrivo dei carabinieri che hanno avviato le indagini. «Indagini - fanno sapere gli inquirenti - che non sono ancora chiuse». Nelle prossime ore, molto probabilmente, verranno effettuati ulteriori accertamenti sia a scuola, sia nell’ambito delle amicizie dei ragazzi. Per il momento la studentessa è stata trasferita in un’altra classe, poi si vedrà.

«Si tratta di episodi gravi, da non sottovalutare - spiega il neuropsichiatra Salvatore Iannuzzi - che esprimono in maniera chiara una condizione di sofferenza psichica, ovvero una condizione in cui il minore incapace di tollerare le frustrazioni indotte dalla perdita dell’oggetto amato ricorre ad un atto di violenza per riappropriarsene. Il minore deve assumere la consapevolezza del gesto di cui si è reso protagonista e attraverso uno specifico intervento deve essere abilitato a modalità e schemi relazionali diversi». «La vittima invece - continua l’esperto - deve essere aiutata a comprendere l’accaduto come un evento espressione di una condizione di debolezza e di impotenza dell’altra persona. Purtroppo - conclude Iannuzzi - nella nostra società una miriade di messaggi propinati attraverso i media annullano il lavoro delle famiglie e inducono schemi relazionali improntati sulla soddisfazione a tutti i costi e con tutti gli strumenti disponibili dei propri bisogni o delle proprie aspettative».

 

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