Liti e scelte rimandate La grande fuga dal M5S

Riunioni continue per la scelta del candidato e la composizione della lista I grillini salernitani chiedono ai parlamentari cittadini d’intervenire

SALERNO. «Logiche da vecchia Dc che prediligono il consenso alla meritocrazia». «Percorso disonesto». «Contraddittori continui ed estenuanti». Sono queste alcune delle motivazioni che hanno spinto tre dei 33 candidabili del Movimento 5 Stelle a fare un passo indietro dal percorso partecipato che dovrebbe portare alla formazione della lista pentastellata da presentare alle elezioni amministrative della prossima primavera.

Una diaspora che secondo Antonio Borrasi - il primo a lasciare quindici giorni fa – «è destinata a continuare anche dopo la scelta del candidato sindaco». «Soprattutto – aggiunge – se corrisponderà al nome di Dante Santoro. Se facesse un passo indietro, tutto sarebbe molto più facile». Per Borrasi, insomma, è sul nome dell’ex candidato deluchiano, tra i quattro ancora in corsa per il ruolo di candidato sindaco, che «i lavori dell’assemblea si sono bloccati ed il gruppo dei 33 si è sfasciato».

«Per questo – sostiene – inviterei tutti i professionisti presenti in lista a fare un passo indietro e a non prestare la loro competenza a sistemi di vecchia politica basata solo sul numero dei voti che uno può portare». E, secondo Borrasi, «è proprio questo il motivo per cui nell’assemblea e tra i candidabili c’è chi ha come unico argomento quello di sostenere le posizioni di Santoro, al quale anche i parlamentari hanno chiesto di fare un passo indietro». Senza, però, riuscire nell’intento. “Anche io – spiega Borrasi – da amico gli ho chiesto di tirarsi fuori dalla corsa, ma non ci sono riuscito.

Per questo, credo, anche i parlamentari dovrebbero farsi un esame di coscienza e ammettere che qualcosa è andato storto». Che non tutto vada nel verso giusto lo ha capito anche la seconda fuoriuscita dalla lista grillina, Elena Sabrina Franco, che venerdì scorso ha annunciato all’assemblea le sue dimissioni dalla compagine.

Ieri sera, però, ha partecipato alla riunione dei tre meetup cittadini che si sono riuniti per discutere dei criteri da applicare alla graticola con i quattro aspiranti candidati sindaco, in programma venerdì sera alle 18 al centro sociale.

Se per Borrasi questa «sarà un’ulteriore perdita tempo», per molti attivisti – compresa Elena Franco – potrebbe essere finalmente il momento per sbloccare tutto il percorso e andare avanti. Prima, però, c’è bisogno di rientrare nelle regole. «Il mio passo indietro – spiega Franco – è stato dettato proprio dalla disonestà che ho riscontrato durante il percorso di questi mesi. Se ho deciso di candidarmi è perché a garantirmi c’erano le regole del M5S: trasparenza e onestà. Due principi che sono venuti meno al momento di tirare fuori i certificati penali». «Tutti – ricorda – da Di Battista in giù li hanno pubblicati. E chi, come Beppe Grillo, sapeva di non potersi candidare perché aveva problemi con la giustizia, si è fatto da parte. Qui, invece, si aspettano le decisioni del blog. Intanto tutti pubblichino i loro certificati, poi vedremo».

La possibilità, pure è stata paventata, di abbandonare la lista con il simbolo optando per una o più civiche, è stato l’altro motivo che l’ha spinta a tirarsi fuori dai giochi. “Io in una civica - rimarca Franco - non ci sto. Innanzitutto perché potrebbe entrarci chiunque e poi perché correrei il rischio di ritrovarmi con persone che hanno idee e visioni completamente opposte alle mie».

Dalle ragioni etiche e morali della Franco alla stanchezza di Bruno Tozzi, medico battipagliese già in lista alle regionali, che sabato scorso dal suo profilo Facebook ha annunciato le sue dimissioni dal percorso grillino in città perché stanco dagli «estenuanti e continui contraddittori» che caratterizzano le assemblee pubbliche. Contattato dal nostro giornale per avere chiarimenti sulla sua decisione ha risposto via Facebook che «per ora non preferisco parlare».

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