MONTECORVINO ROVELLA 

Lite Comune-Cofaser sulla farmacia: deciderà l’arbitrato

MONTECORVINO ROVELLA. Il braccio di ferro tra il Comune di Montecorvino Rovella e il Consorzio che gestisce la farmacia comunale ubicata nella frazione di Macchia, finisce davanti a un arbitrato. Lo...

MONTECORVINO ROVELLA. Il braccio di ferro tra il Comune di Montecorvino Rovella e il Consorzio che gestisce la farmacia comunale ubicata nella frazione di Macchia, finisce davanti a un arbitrato. Lo si apprende nella delibera di consiglio comunale numero 38, pubblicata sul sito dell’Ente qualche giorno fa.
I fatti risalgono al 2001, quando la Regione Campania ha concesso al comune picentino di poter aprire una terza farmacia sul proprio territorio, le altre due sono al capoluogo. Un anno dopo l’allora amministrazione Della Corte esercita il diritto di prelazione e dodici mesi più in là, una procedura concorsuale ad evidenza pubblica viene aggiudicata dal Consorzio farmacie servizi, società che gestisce sette farmacie comunali in provincia di Salerno. I rapporti tra le diverse amministrazioni comunali che si sono avvicendate nel tempo e la governance del Consorzio, non sono mai stati ottimi, tanto che dopo qualche anno di quiete apparente, nel 2011 il Cofaser avanza una richiesta di 663mila euro a titolo di “avviamento” della attività della farmacia comunale. Il Comune rilancia chiedendo al consorzio «il rilascio della Farmacia comunale». Un tira e molla che culminerà davanti a un arbitrato.
Nel frattempo, ed è questa la decisione dell’amministrazione guidata dal sindaco Egidio Rossomando, gli uffici comunali su delega dell’assise, metteranno a punto una procedura di gara ad evidenza pubblica. Vale a dire il privato che offre di più se ne aggiudica la gestione, nel contempo l’amministrazione cittadina resterà sempre proprietaria dell’esercizio. La cosa che però fa sobbalzare è che il Cofaser, come previsto dal capitolato dell’epoca, ha versato al Comune di Montecorvino 6mila euro l’anno, cifra definita «irrisoria» dal consigliere Antonio Arminio.
Roberto Di Giacomo
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