«Lino era molto malato non dovevano dimetterlo»

La rabbia dei vicini di casa: «Sapevamo che sarebbe successo l’irreparabile» Nel parco di via Martuscielli in molti temevano per l’incolumità della donna

SALERNO. «Era questione di giorni, se non di ore. Questa è una tragedia annunciata. Lino non stava bene, tutti lo sapevano che poteva essere pericoloso. Lo sapeva anche il medico che ha firmato le sue dimissioni dall’ultimo centro in cui era ricoverato». Sono choccati i residenti del parco al civico 36 di via Martuscielli, a Torrione Alto, la cui apparente quiete è stata sconvolta in una calda serata estiva, proprio all’ora di cena, quando le famiglie si ritrovano intorno al tavolo per mangiare insieme. Ieri però, a molti di loro, l’appetito è passato completamente una volta saputo dell’efferato crimine che si era consumato a pochi passi dai loro accoglienti appartamenti.

Presto, nel rione, alla vista di uno spiegamento così massiccio di forze dell’ordine - quattro gazzelle, due ambulanze, un camion dei vigili del fuoco - si è creato il panico: «Mai viste tante macchine della polizia. Ma che è successo?» si chiedevano le donne comunicando da balcone a balcone. Poi la notizia della morte della signora Maria Pia ha cominciato a circolare tra i residenti della zona. In pochi però sono stati in grado di dare un volto a un nome, la signora evidentemente non usciva da tempo, se non di rado, sempre in compagnia di suo figlio. È stato un condomino della palazzina in cui madre e figlio viveno a ricordare l’ultima volta che li aveva visti insieme: «una decina di giorni fa li ho incontrati davanti al portone, lui sembrava tranquillo, non avrei mai pensato che arrivasse a fare una cosa così terribile». Di diverso avviso alcune vicine di casa della signora Maria Pia: «Lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo l’irreparabile. Lino stava male, era ingestibile, per questo entrava e usciva dalle case di cura. La mamma non era in grado di tenergli più testa, neanche fisicamente. Lui è molto robusto. Lei invece no, poi era anziana e provata dall’odissea vissuta dietro al suo unico figlio».

Poco prima delle 21 di ieri, mentre nel cortile della palazzina si erano assiepati molti condomini sconvolti, l’uomo che aveva fatto a pezzi la madre per poi mangiarsela, è uscito dal portone trasportato su una barella dai volontari dell’Humanitas. Scortato dagli uomini della polizia, Renzi è stato, quindi, trasportato in ambulanza al pronto soccorso del “Ruggi” dove ha trascorso la notte sorvegliato a vista. Nel frattempo, in via Martuscielli, il medico legale Mastangelo concludeva l’esame esterno sul corpo di sua madre e gli uomini della scientifica continuavano il loro lavoro per fare chiarezza su quanto accaduto in pomeriggio di follia. Forse ben più di uno. (fi.lo.)

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