Limoncello con una Igp fasulla Sequestrati quattro quintali 

In una piccola azienda di Cetara trovati liquori prodotti con materia prima non idonea al disciplinare Il direttore del consorzio di tutela: «Un danno all’immagine e agli operatori dell’intero settore»

CETARA. Sequestrati quattro quintali di limoncello e liquori a base di limoni con una irregolare indicazione geografica protetta, l’Igp. Nell’ambito di alcuni controlli dei carabinieri per la tutela dell’agroalimentare, che ha visto protagonista il comando di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Giorgio Borrelli, in una piccola azienda di Cetara hanno sequestrato limoncello e prodotti alcolici a base di limoni che, a fronte dell’indicazione di indicazione geografica protetta, in realtà non lo erano. Seppur coltivata in Costiera amalfitana, la materia prima era stata colta in un periodo dell’anno non idoneo e che ne diminuisce la qualità in maniera netta.
Non si tratta di prodotto dannoso per la salute umana, ma di un raggiro per i consumatori e di un danno per l’intero settore. «È possibile raccogliere i limoni Igp solo dal primo febbraio al 31 ottobre, perché hanno raggiunto una maturazione giusta che assicura quella qualità garantita dal disciplinare di produzione – ricorda l’avvocato Chiara Gambardella, direttore del consorzio di tutela del limone Costa d’Amalfi Igp -. Raccoglierlo prima significa non garantire sapore e profumi del prodotto che il consumatore acquista fidandosi dell’indicazione geografica protetta. Chi non rispetta questi criteri dettati dal disciplinare non avvelena le persone ma procura un danno all’immagine e agli operatori del settore».
In media ogni anno si raccolgono 1200 quintali di limoni. Nella trasformazione, c’è chi produce con 350 grammi di buccia di limone per litro di prodotto e chi ne utilizza 450, secondo il tipo di liquore voluto e della materia prima. Fare un calcolo finale di quanto sia il limoncello con limoni Igp prodotto ogni anno è difficile. C’è poi il problema del succo di limone congelato sequestrato dagli stessi carabinieri nella penisola sorrentina pur se non utilizzato sulla Costa d’Amalfi e che fa presupporre una concorrenza sleale. «Nel disciplinare del limone d’Amalfi - specifica l’avvocato Gambardella - non è possibile utilizzare succo congelato, ma solo di bucce di limoni freschi e bucce congelate di prodotto raccolto fresco nel periodo di riferimento. Ricordiamo che i nostri produttori sono controllati strettamente. Può capitare che qualcuno sfugga, ma la quasi totalità dei produttori rispetta il disciplinare di un prodotto comunque di nicchia».
Sul sequestro interviene Vittorio Sangiorgio, presidente Coldiretti Salerno: «Ben vengano i controlli e le sanzioni per tutelare le nostre produzioni di eccellenza dall’agropirateria e dalle falsificazioni che causano danni al comparto agroalimentare salernitano per svariati milioni di euro. Il limoncello Igp resta uno dei prodotti più imitati e falsificati al mondo e va tutelato per salvaguardare un comparto che è in forte crescita con oltre 300 imprese agricole impegnate nella filiera».
Salvatore De Napoli
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