SCUOLA

Licei quadriennali, si candida il Tasso di Salerno 

Entro il 30 sarà presentato un progetto per rientrare tra gli istituti selezionati

SALERNO. Piace, ai dirigenti scolastici salernitani, la sperimentazione delle superiori quadriennali, che partirà dal prossimo anno e vedrà coinvolte 100 classi su tutto il territorio nazionale. E l’esperienza potrebbe coinvolgere anche Salerno. Il liceo “Tasso”, uno dei più antichi licei d’Italia, infatti, ha deciso di presentare, entro il 30 settembre, un progetto per rientrare nel lotto degli istituti superiori scelti per la sperimentazione. Non è detto che si riuscirà ad elaborare, visti i tempi ristretti, il programma ma, comunque, si tenterà di farlo. La decisione, seppur non all’unanimità, è stata presa lunedì, nel corso del collegio dei docenti, su proposta della dirigente scolastica, Carmela Santarcangelo. «Qualcuno potrebbe temere – spiega la preside – una riduzione d’organico. Al contrario il monte di ore, anche in un liceo quadriennale, resta lo stesso, rispetto al quinquennale. Piuttosto si dovrà intervenire per cambiare la mentalità degli studenti, anche se molti di loro sono già pronti. Tanti ragazzi, infatti, già frequentano un anno scolastico all’estero e, dunque, sono entrati in contatto con questa realtà e non hanno avuto nessuna difficoltà, nemmeno al rientro in patria. Dunque bisogna solo stimolarli». L’Italia si europeizza incamminandosi verso scuola del terzo millennio e, in questo senso, il liceo Tasso apre decisamente le sue porte al futuro.
«È una vera e propria sfida – evidenzia la dirigente scolastica – e noi siamo pronti ad affrontarla e a cogliere tutte le opportunità. Tutto questo ci proietta in una dimensione europea, facendo immaginare una scuola diversa, che possa stimolare ancora di più anche gli stessi docenti». Non è contrario me neppure vuole «acquistare un prodotto a scatola chiusa» il dirigente scolastico del “Focaccia”, Renzo Stio. «Conta più la qualità che la quantità – sottolinea – e se si tiene conto che da tempo non dobbiamo più seguire una programmazione ministeriale, non mi scandalizzo se devo immaginare un percorso liceale ridotto a 4 anni». Anche perché, come rimarca Stio «di fatto, già l’alternanza scuola-lavoro ha ridotto decisamente l’orario frontale». E, allora, perché non farlo, si domanda Stio «anche in vista di un progettazione più europea» anche se, ammonisce «parallelamente si deve fare anche una riflessione sull’offerta formativa».
Proprio per questo, precisa, «bisogna rivedere le indicazioni per il curricolo dei licei e le linee guida degli istituti tecnici e professionali». Qualità è la parola d’ordine pure per la dirigente scolastica del liceo “Severi”, Barbara Figliolia, che promuove le superiori quadriennali ma boccia l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, «in quanto – puntualizza – è in contraddizione anche con le norme del jobs act». «Sono d’accordo alla sperimentazione – chiarisce – purché si vada ad incidere sull’offerta qualitativa. Tante esperienze ci suggeriscono come l’equazione più anni di studio non sia sinonimo di qualità». La sperimentazione, tuttavia, a detta della preside del Severi «deve essere fatta in sinergia con il mondo del lavoro, per preparare gli studenti». E, perciò, sostiene Figliolia «si deve intervenire sui curricolo, in modo tale da far acquisire ai ragazzi la conoscenza che, poi, deve tramutarsi in competenza». Piuttosto perplessa, invece, Annalisa Frigenti, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Tommaso d’Aquino”. «Spero che si tratti di una vera sperimentazione – chiosa – e che, quindi, a conclusione del percorso si prendano le decisioni in base ai dati, mettendo effettivamente a confronto sia i pro che i contro». «Le mie titubanze – conclude - riguardano un aspetto più pratico: temo che i genitori possano preferire gli istituti superiori quadriennali, per far risparmiare un anno ai propri figli e che questi ultimi, proprio per via dell’elevato numero di iscrizioni, diventino d’élite».

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