«Libri e documenti ora sono patrimonio della collettività»

Il filosofo Giuseppe Cacciatore racconta la scelta di donare l’archivio di famiglia al ministero dei Beni culturali

Nella donazione di libri e incartamenti che il filosofo Giuseppe Cacciatore ha fatto al Ministero dei Beni Culturali, e quindi all’Archivio di Stato di Salerno, figurano anche documenti di grande interesse pubblico. Un archivio che trascende il valore familiare e consegna alla storia pagine utili ad un approfondimento mai esaustivo sul Novecento. Ci sono, per esempio, i faldoni relativi allo zio Luigi Cacciatore, tra i padri del Partito Socialista Italiano, sindacalista e ministro. Proprio in riferimento agli anni di Cacciatore capo dicastero, ci sono missive relative alle sedute del Governo con Alcide De Gasperi alla presidenza del Consiglio dei Ministri; missive indirizzate a Pietro Nenni, segretario del Partito Socialista Italiano; una lettera inviata al presidente della Repubblica Sandro Pertini, con relativa risposta dell’ex partigiano diventato capo dello Stato; poi le carte relative al periodo in cui guidò il primo sindacato italiano, andando ad affiancare Giuseppe Di Vittorio alla guida della Cgil.

In altri faldoni spuntano incartamenti relativi all’attività politica e sindacale del padre, Francesco Cacciatore, detto Cecchino, anch’egli fondatore ed importante esponente del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, nonché tra i promotori del Comitato di Liberazione Nazionale di Salerno e fondatore de “Il Lavoro”, primo giornale del partito nella Italia liberata.

Non una grande molte di documenti – sei o sette faldoni in tutto – ma materiali originali, che potranno diventare di pubblica fruizione: «Ho voluto donarli – spiega Giuseppe Cacciatore, negli anni scorsi nominato Accademico dei Lincei – vincendo quel senso di possesso che è proprio dei bibliofili. Se li riguardo mi coglie la nostalgia, ma me ne privo consapevole di compiere una separazione che giova alla collettività».

Ingente, invece, il quantitativo di volumi che costruiscono come una sorta di piccolo fondo: circa mille libri di argomento storico e politico, con dozzine di saggi, studi e monografie sul partito socialista, su Togliatti, Amendola e altre grandi figure politiche del secolo che ci siamo lasciti alla spalle. Non mancano i titoli relativi alla storia, i personaggi e le vicende del nostro territorio, in una sezione di storia locale. Il fondo donato costituisce solo una parte della biblioteca di casa Cacciatore «che – spiega Giuseppe, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Napoli Federico II e autore egli stesso di diverse dozzine di pubblicazioni – consta di qualcosa come venticinquemila volumi». «Impossibile provare a fare una catalogazione. Mia moglie – aggiunge – ha fatto un lavoro egregio di ordinamento, ma nel mio studio so soltanto io dove cercare un titolo. Tanti libri si sommano anche perché in casa siamo tre docenti universitari. Oltre a me c’è mia moglie, che insegna Letteratura Greca, mio figlio, anch’egli filosofo, che insegna all’Università di Cosenza, e un figlio architetto, con tanti pubblicazioni di architettura».

Ma gli interessi non finiscono qui e tra gli scaffali ricolmi si trovano tanti titoli anche di poesia, letteratura e arte. Una passione, quella per i libri, iniziata negli anni del liceo «quando – racconta Cacciatore – cominciai ad amarli non solo per lo studio e ne compravo sempre di nuovi, con il buon libraio Carrano che mi faceva credito e che ricordo sempre con affetto».

Paolo Romano

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