l’iniziativa

Lettere d’amore nell’era del web

Il concorso di Poste: il “Ti amo” di San Valentino con carta e penna

ROMA. Vi ricordate delle cartoline? La penna che esplode sempre al momento sbagliato, le mani e la carta che si sporcano d’inchiostro, l’invidiabile senso geometrico di chi riesce a mantenere le proporzioni tra gli spazi disponibili ed una grafia adeguata ed uniforme.

San Valentino potrebbe essere l’occasione giusta per tornare alla carta e alla penna: Poste Italiane lancia un concorso per riscoprire il fascino della lettera d’amore scritta a mano, in qualsiasi lingua o dialetto regionale. Tutti i messaggi saranno raccolti e i più belli pubblicati sulla pagina Facebook di Poste Italiane. Il tentativo è quello di connettere la generazione dei nativi digitali al caro e vecchio francobollo. «La lettera d’amore - scrive Poste in un comunicato - attraversa le epoche, ne supera i limiti temporali, e rimane intatta, custodita nel cassetto dei ricordi». Non è da escludere, che i ragazzi possano vedere un fascino vintage nella lettera, come succede per abiti, barbe, capigliature e bici d’epoca. Erano solo gli anni Novanta, ma sembra passato un secolo dai tempi in cui si affacciavano i primi sms, le mail, poi le applicazioni di messagistica, WhatsApp su tutte, e i gruppi di svago, di lavoro, che giornalmente tormentano i nostri smartphone.

La Casa di Giulietta. Eppure ancora oggi migliaia di persone inviano una lettera di carta deperibile, scritta con una penna che può sporcare le mani da un momento all’altro, arrivano alla Casa di Giulietta a Verona, dove un gruppo di studenti, appassionati, grafologi rispondono alle missive indirizzate all’eroina shakesperiana, interpellata, ovviamente, per problemi di cuore. La storia è nota ed è raccontata anche dal film “Letter to Juliet”. È iniziata nel 1930, quando il custode della tomba di Giulietta, Ettore Solimani, cominciò a raccogliere i messaggi lasciati dai turisti nei pressi della lapide, in cerca di consiglio. Un’eredità raccolta dal “Club di Giulietta” nel 1972, fondato da Giulio Tamassia e da alcuni intellettuali, che oggi gestisce la casella postale per conto del comune di Verona. «Ci sono ancora migliaia di persone in ogni continente - scrivono gli appassionati sul loro sito - che prendono carta e penna per scrivere a Giulietta: forse per contattare una persona reale usiamo il telefono o il computer, ma per raggiungere un personaggio mitico preferiamo carta e inchiostro». L’indirizzo “Casa di Giulietta” all’ufficio di Verona, fanno sapere da Poste, è particolarmente attivo in questo periodo.

La multietnicità. Gli uffici postali scelti sono diffusi in 32 città d’Italia da Cagliari a Modena, da Trieste a Prato. Alcuni perché centrali o particolarmente trafficati, altri invece scelti proprio in ragione della loro multietnicità: come il punto di via Borgioli a Prato, nel cuore della chinatown toscana, dove sono state assunte persone che parlano cinese; o ancora quello di piazza Marconi a Reggio Emilia; o quello di Torpignattara a Roma, nascosto tra moschee infilate nei garage e i profumi dei cibi d’Oriente che si diffondo nell’aria. Inoltre ci sarà spazio anche per le cartoline: come di consueto ne sarà realizzata una filatelica da collezione.

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