Letta: «Salerno è un modello»

Il vicesegretario del Pd fa appello al voto utile. «De Luca? È un leader del nostro partito»

POMPEI. «Sono due settimane decisive e la Campania è la cassaforte del voto al Senato». Il vicesegretario del Partito democratico, Enrico Letta (capolista alla Camera nel colleggio Campania 2) piomba a Pompei dopo aver incontrato, con Matteo Renzi gli elettori di Napoli. Un tour de force necessario per scongiurare la dispersione del voto, «chi lo farà darà una mano a Berlusconi». Un appello, che a Pompei giunge forte anche da Gugliemo Vaccaro («il vota al Senato è necessario per evitare di dover trattare ad oltranza») e da Angelica Saggese (candida in quarta posizione al Senato). Dunque per Letta è necessario non cedere né alle lusinghe di Rivoluzione Civile («l’8% degli italiani pensano di fare qualcosa di sinistra e invece regalano forza a Berlusconi»)né a quelle di Mario Monti. Sulla rimonta di Silvio Berlusconi poi ammette: «Era assurda l’idea che non ci fosse un’Italia che vuole votare per chi difende l’evasione fiscale. Nel nostro Paese c’è il 20% di evasione fiscale e gli evasori votano. Prima Berlusconi non era in campo, ora c’è e fa la sua partita. Forse c’era qualcuno che ha pensato che potessimo vincere per abbandono dell’avversario?».

Onorevole Letta, è questa una campagna elettorale strana?

«Sì, perché è troppo giocata solo su i grandi media e sui social media. Poco presente il rapporto con i territori e con le persone. Ecco perché noi stiamo cercando di rovesciare le cose in modo che il rapporto con le persone sia presente».

Una delle urgenze è l’appello al cosiddetto voto utile.

«Per anni siamo stati abituati al dualismo Prodi-Berlusconi, ora c’è questa dispersione incredibile a sinistra, con la lista di Igngroia che aiuta oggettivamente, soprattutto in Campania, Berlusconi a prendere il premio di maggioranza. In queste settimane è necessario far capire alla gente che queste elezioni o le vinciamo noi o le vince Berlusconi».

Sia lei che Bersani avete scelto di candidarvi al Sud. Dunque il Mezzogiorno è strategico.

«Il Sud è il cuore del rilancio del Paese per un motivo molto semplice: le regioni del Nord sono già in media europea. Quello che non torna, per fare dell’Italia un Paese come la Germania o la Francia, è che il nostro Mezzogiorno non è allo stesso livello dei loro Mezzogiorni. E questo non va bene. Ripartiremo solo se scatta un meccanismo positivo in particolare in Campania e in Sicilia le due regioni chiavi».

Le prime cose che il nuovo Governo dovrà affrontare immediatamente.

«Il primo è il cuneo fiscale, l’abbassamento delle tasse sul lavoro per dare modo alle imprese di assumere e al lavoratore di avere più soldi in busta paga. La seconda è la legge elettorale con il dimezzamento dei parlamentari e doppio turno alla francese, che consenta al cittadino di scegliere il proprio candidato. Se riuscissimo entro l’estate a fare queste due cose, sarebbe un modo per ridare credibilità al Paese».

Altro tema delicato sono le allenze e questo balletto Bersani-Monti, Monti- Bersani ma senza Sel?

«Noi siamo assolutamente leali con l’alleanza che abbiamo scelto e che abbiamo fatto scegliere ai cittadini. Saranno Bersani e Vendola, risultati alla mano, che sceglieranno e studieranno le forme di allargamento della coalizione».

Alla vigilia della campagna elettorale, subito dopo le primarie, a Salerno si è parlato di “paracadutati”. Il sindaco De Luca ha alzato i toni poi, il suo arrivo a Salerno, ha portato il serento... Cosa vi siete detti con De Luca?

«Non c’ho messo nessuna magia e non c’è stata nessuna invenzione da parte mia. Le primarie sono state oggettivamente complicate da affrontare e da gestire. Sono convinto che gli argomenti che usava De Luca sulla necessità di rappresentare completamente il territorio saranno superati con la nuova legge elettorale. De Luca è uno dei leader del nostro partito, uno dei sindaci più importanti del Mezzogiorno e portare la sua esperienza è importante per il complesso della partita che stiamo giocando. E il fatto che io e Bersani verremo a Salerno è la dimostrazione che vogliamo usare quella esperienza come un modello».

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