SCAFATI 

«Lello l’hanno ucciso due volte» 

Andrea Granata duro dopo il rinvio dell’udienza per la morte del figlio 

SCAFATI. Un difetto di notifica per i due indagati fa slittare l’udienza preliminare al prossimo 27 febbraio. Solo allora, infatti, si potrà sapere se i medici dell’ospedale di Nocera Inferiore, coinvolti nel decesso dello scafatese Lello Granata, saranno rinviati a giudizio oppure no per l’accusa di omicidio colposo. A distanza di quasi due anni dalla morte del giovane, dunque, è slittata la decisione sui professionisti di turno quel giorno all’Umberto I.
La conferma è arrivata lunedì scorso, con il padre della vittima, Andrea Granata, già presidente della “Scafati Sviluppo”, che contesta quanto accaduto. «Continuo ad avere massima fiducia nella magistratura, ma è come se lo avessero ammazzato la seconda volta», ha spiegato. «Ci aspettavamo notizie certe prima di questo Natale, per alleviare un dolore che in fondo per noi familiari non si cancellerà mai. Ora aspetto con ansia il prossimo 27 febbraio e continuo a invocare giustizia per la morte inaccettabile di mio figlio».
Lello Granata, intorno alle 11.30 del 12 marzo di un anno fa, si era recato all’ospedale “Umberto I” perché avvertiva alcuni dolori. Aveva un’insufficienza renale ed epatica, che però, secondo la famiglia, non sarebbe stato diagnosticata in tempo. Per questo i dottori hanno tenuto Granata sotto osservazione all’interno del Pronto soccorso. Il 37enne è stato sottoposto ad una serie di esami di routine, per capire meglio come affrontare le patologie. Poi qualcosa non è andato nel verso giusto. Alle 16 infatti la situazione è degenerata. Lello Granata ha subito un arresto cardiaco che, complice un precario quadro clinico, non gli ha lasciato scampo.
La svolta nelle indagini si è avuta lo scorso aprile, quando ad avvalorare la tesi della famiglia che Lello Granata poteva essere salvato, con una semplice dialisi era stato il professore Carlo Buccelli, medico legale e docente della “Federico II” di Napoli.
Infatti, nella superperizia chiesta dal pm titolare dell’inchiesta, la dottoressa Daria Mafalda Cioncada, il perito incaricato dal magistrato aveva confermato quanto già affermato dal legale dei Granata, l’avvocato Vittorio D’Alessandro, e dal consulente incaricato dai familiari della vittima, il dottore Antonio Sorrentino. Dalle ore successive al decesso, infatti, era stato contestato l’operato del medico legale incaricato dell’autopsia per una presunta incompatibilità, visto che il professionista nominato è anche dipendente dell’Asl Salerno. Da qui la nomina di un altro esperto, che ha ribaltato quanto emerso nell’esame irripetibile.
Domenico Gramazio
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