VALLO DELLA LUCANIA

Legionella in clinica: rinviato a giudizio un dirigente dell’Asl

Per l’accusa omise i controlli ed espose al rischio i pazienti Il caso alla “Cobellis” ma per la donna morta tutti prosciolti

VALLO DELLA LUCANIA. Non fu colpa di una negligenza se nel 2010 l’acqua sanitaria della clinica Cobellis fu contaminata dalla legionella e se la paziente Antonietta Perretta contrasse il virus e morì, nell’ospedale di Vallo della Lucania, venti giorni dopo la dimissione dalla clinica. Così ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare, anche se la famiglia della donna è pronta a ricorrere in Cassazione e chiede che siano rivisti anche i provvedimenti di archiviazione emessi un anno fa contro i vertici della casa di cura.

Per adesso l’unico a dover affrontare un processo sarà Giuseppe Di Fluri, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl nel vecchio ambito Salerno 3. È accusato di omissione di atti d’ufficio, perché dopo i primi prelievi che rilevarono la presenza del batterio non avrebbe verificato l’efficacia degli interventi di bonificai, con il risultato – scrivono gli inquirenti – che un anno dopo l’acqua era ancora contaminata. «Pur avendo ricevuto – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – formale comunicazione in data 9 agosto 2010 del permanere della situazione di grave inquinamento dal batterio, ometteva di disporre ulteriori analisi di riscontro successivamente agli interventi di bonifica».

Omissione, precisa il pubblico ministero Paolo Itri, che comportava il perdurare dell’esposizione al rischio di infezione dei degenti e dei lavoratori, come accertati dal Nas carabinieri e dall’Arpac con il campionamento del 7 giugno 2011». In quella data i prelievi tornarono infatti a segnalare la presenza del batterio, sebbene a livelli molto più contenuti rispetto a quelli «enormemente superiori ai massimi» segnalati nel luglio del 2010.

Sotto inchiesta, con le accuse di omicidio colposo e inquinamento delle acque, erano finiti anche Alessandro Brighenti e Marco Luigi Danieli, direttore generale e procuratore speciale della società Zep Italia che era incaricata del trattamento dell’acqua sanitaria della clinica. Il giudice li ha prosciolti, ma l’avvocato di parte civile, Mario Valiante, ha annunciato ricorso in Cassazione sia contro questa decisione che contro l’archiviazione del procedimento sui vertici della clinica. ©RIPRODUZIONE RISERVATA