Legionella, 30 casi certificati dall’Ispra Un focolaio nel Sud

L’ente governativo pubblica i dati provinciali più aggiornati Nel 2010 lo studio ha registrato un boom di episodi

Al momento dobbiamo accontentarci dei numeri, per ragioni che vedremo. In compenso si tratta di informazioni sicure e ufficiali, perché sono contenuti nell’ultimo rapporto generale dell’Ispra, l’ente governativo per la protezione e la ricerca ambientale. Il volume, pubblicato verso la fine del 2013, tratta molti argomenti. Fra mille altre cose, c’è anche un focus sulla legionella, una malattia molto seria. E la provincia di Salerno suscita la meraviglia dei redattori, perché in un solo anno ha collezionato almeno 30 episodi conclamati. Questo bilancio costituisce allo stesso tempo un picco locale e un’anomalia meridionale.

Il dato, derivante dai registri del ministero della Salute, riguarda il 2010 e si può considerare molto aggiornato. Non stupitevi: ogni notizia appena più particolare viaggia lentissima, a dispetto della civiltà digitale, dei protocolli procedurali e dell’auspicabile tempestività delle programmazioni, soprattutto in materia di salute.

Per il 2010, dunque, il ministero ha ricevuto 1.087 notifiche di legionellosi (18 ogni milione di abitanti), un totale provvisorio e comunque sottostimato. La provincia di Salerno ha totalizzato 30 casi (29,7 per milione di abitanti). I curatori del rapporto sottolineano la situazione: «Da notare come in tutte le province dell’Italia meridionale e insulare si sia verificata un'incidenza piuttosto bassa, se non addirittura nulla e comunque sempre al di sotto della media nazionale, ad eccezione di Salerno». È già tanto, ma non basta. Osservando l’evoluzione del fenomeno sul territorio, il 2010 propone un’impennata inattesa. Infatti la progressione è la seguente. 2005: 13,7 casi. 2006: 14,7. 2007: 7,3. 2008: 7,2. 2009: 7,2. 2010: 29,7. Allora, come mai? Si è acceso qualche focolaio? O sono migliorate le diagnosi? O è un fatto meramente accidentale?

Per il momento dobbiamo tenerci i dubbi. Un vero paradosso, perché l’Arpac (l’Agenzia ambientale della Regione) ha a Salerno il laboratorio specializzato per la legionella. Il cronista lo ha contattato, ma la dirigente ha risposto che (a) non è opportuno fare allarmismi, (b) certi argomenti non si possono trattare per telefono, (c) ieri stava completando una relazione, (d) oggi non sarebbe stato possibile parlarne de visu perché sarà «una giornatina», (e) nei prossimi giorni sarà impegnata. Onestamente, voi che avreste capito? Il cronista la stessa cosa.

Spulciando sui siti istituzionali, scopriamo però che «la legionella è ampiamente diffusa in Campania e gli edifici a maggiore rischio di contaminazione sono alberghi e ospedali». Ma diciamolo sottovoce, per non allarmare quelli dell’Arpac.

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