Legge Severino, De Luca estraneo ai fatti

Il gip Patrone archivia: «Non ha mai manifestato la volontà di stringere accordi con Manna»

SALERNO. «De Luca non ha mai manifestato la volontà di stringere accordi con Manna». Si archivia così per il governatore la vicenda Manna – Scognamiglio con il presidente della Regione Campania «estraneo ai fatti». Lo scrive il gip romano Francesco Patrone che evidenzia come dalle «dichiarazioni del suo più stretto collaboratore, emerge che lo stesso non ha mai messo De Luca a conoscenza delle conversazioni avute con Manna». Il perché emerge dall’interrogatorio dello scorso 18 febbraio reso dall’ex capo staff di De Luca ai due magistrati, Corrado Fasanelli e Giorgio Orano. Dichiarazioni, quelle rese da Mastursi, che di fatto scagionano il presidente della Regione quando dice che il suo incarico era di «fare da filtro tra il governatore e le richieste che venivano dal territorio e dai suo rappresentanti» e su questo «avevo un margine di discrezionalità, non lo impegnavo su cose prive della minima importanza».

Mastursi ammette di aver subito il pressing del coordinatore in Irpinia delle liste a sostegno del governatore, Giuseppe Vetrano sulle nomine e ammette il riferimento di Vetrano all’avvocato Guglielmo Manna – marito del giudice Scognamiglio – che era a caccia di un incarico importante nella sanità. Ma Mastursi ha sempre escluso di aver posto in relazione queste richieste alla sentenza della Severino e al ruolo della moglie di Manna.

Alla fine il giudice Anna Scognamiglio è stata rinviata a giudizio per il reato di induzione indebita. Mastursi invece è stato condannato a un anno e sei mesi. L’inchiesta è nata a novembre del 2015 scatenando una bufera politica che coinvolse anche il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca perchè tra gli indagati c’era il suo capo staff, Nello Mastursi, che a poche ore dall’avviso di garanzia si dimise dalla carica. La Procura ha sostenuto che gia da metà maggio del 2015, prima dell’insediamento di De Luca a capo della Regione, erano in atto una serie di “pressioni” esercitate da Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, per ottenere una nomina al vertice di in un’azienda sanitaria campana. La Scognamiglio era giudice relatore in due procedimenti riguardanti la sospensione di De Luca dalla carica di presidente della Regione, in forza della legge Severino.

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