dossier sulle perdite idriche 

Legambiente: in Campania maglia nera al Salernitano

NAPOLI. Reti idriche colabrodo, la provincia di Salerno è maglia nera in Campania. Sotto accusa finisce la differenza tra acqua immessa e consumata, nel sistema denunciato dal dossier “Acque in...

NAPOLI. Reti idriche colabrodo, la provincia di Salerno è maglia nera in Campania. Sotto accusa finisce la differenza tra acqua immessa e consumata, nel sistema denunciato dal dossier “Acque in bottiglia. Un’anomalia tutta italiana”, diffuso da Legambiente e Altreconomia per la Giornata mondiale dell’acqua. Emergono le disfunzioni nella gestione di un bene primario, a vantaggio di chi guadagna cifre astronomiche nel business acque minerali. Il danno è per cittadini, ambiente e casse statali.
«Nonostante l’Italia sia ricca di acqua, e per lo più di buona qualità - afferma lo studio - esistono purtroppo alcune criticità nel sistema di approvvigionamento, di gestione e di controllo che spesso contribuiscono ad alimentare la sfiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto, che riguarda circa un terzo delle famiglie italiane».
«Tra i problemi più frequenti sicuramente - si legge - l’inadeguatezza della rete idrica. Le perdite idriche maggiori in Campania, secondo i dati Istat, si registrano a Salerno, dove la differenza tra acqua immessa e consumata è pari al 60% (nel capoluogo in media si consumano 234 litri di acqua al giorno per abitante). Situazione simile a Caserta, dove le perdite idriche totali raggiungono il 59% (il consumo è di 238 litri per abitante al giorno). Al 47%, invece, le perdite reali a Benevento e Avellino (il consumo è rispettivamente di 237 e 186 litri al giorno). Infine a Napoli - dove ogni cittadino consuma in media 224 litri al giorno - la differenza tra acqua immessa e consumata è pari al 43%».
Il settore dell’acqua in bottiglia in Italia, invece, non conosce crisi. Il giro d’affari è stimato intorno ai 10 miliardi euro all’anno. Il fatturato per aziende imbottigliatrici è di 2,8 miliardi anni, di cui solo lo 0,6% va all'Erario. In Campania, le industrie pagano canoni che raggiungono in media 1 millesimo di euro al litro, pari ad un costo di 250 volte inferiore al prezzo medio di vendita dell’acqua in bottiglia.
Gianmaria Roberti
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