EDITORIALE

Legalità senza sconti

Fa un certo effetto sapere che i giusti controlli di legalità posti a garanzia del nostro sistema di democrazia stanno allargandosi, a Salerno, anche nelle sacrestie, tra i suggestivi fruscii di eleganti tonache per predicanti capi religiosi. Fruga la giustizia tra affari e incensi, con rispetto, educazione e intransigenza. E’ senza dubbio clamoroso quel che qui avviene, in una stagione senza più certezze. Sarebbe profondamente sbagliato però in questo momento, davanti a una tal situazione cercare di fermare gli accertamenti investigativi. C’è il dubbio che anche all’ombra dei campanili si siano svolti affaracci speculativi. che non avrebbero tenuto in gran conto regole e regolamenti? Ebbene, che si approfondiscano al massimo e nel minor tempo possibile gli accertamenti e se ne tirino alla fine in pubblico le conclusioni, senza privilegi o prepotenze, chiunque siano i soggetti da perseguire secondo le regole che tutti devono rispettare. Nella nostra comunità non credo possa essere d’ostacolo un nome verso il quale, come la legge prescrive, è stata indirizzata una informazione di garanzia: è monsignor Gerardo Pierro, arcivescovo della città. Il calibro del personaggio al centro degli accertamenti che già in pubblico ha esternato la propria estraneità a qualsiasi ipotesi di reato, deve imporre la massima rapidità alle indagini e l’estrema precisione nelle eventuali contestazioni oppure negli eventuali proscioglimenti. Niente è già scritto prima che siano compiute le verifiche. Il piano sul quale si articola il giudizio per conto dello Stato e cioè in nome dei cittadini è basato sul rispetto o meno delle regole che valgono per tutti, qualunque sia l’attività che essi svolgono.
Questo il meccanismo della giustizia, che non ammette bugìe o sotterfugi, davanti alla quale non ci sono né tonache né immunità (checché ne pensi Silvio Berlusconi). E’ forse per molti doloroso che anche soltanto una ipotesi di reato sia attribuita a un alto esponente religioso. Rispettiamo la preoccupazione.
Pretendiamo che nessuno sia considerato colpevole fino all’ultima sentenza. Vogliamo però che nessuno possa essere considerato esente da controlli. Ne va del nostro sistema di garanzie e di libertà.