Legali a spese dello Stato Ma non sono “poveri”

Hanno presentato false dichiarazioni Isee pur di ottenere il gratuito patrocinio Nove nei guai, tra cui un penalista: ha presentato l’istanza per un cliente morto

Scoperti e denunciati per il reato di falso in atto pubblico, nove cittadini cavesi che avevano avviato la procedura per ottenere, indebitamente, il gratuito patrocinio, ossia la difesa di un legale a spese dello Stato.

I nove denunciati hanno presentato una dichiarazione dei redditi inferiore al limite dei 10.766,33 euro consentito per legge per ottenere il gratuito patrocinio. La prima scoperta ha riguardato un avvocato colpevole di aver sottoscritto e firmato la dichiarazione dei redditi, al posto del suo cliente-imputato, che era addirittura deceduto. Questo per ottenere la corresponsione della parcella.

I nove sono stati scoperti dalla tenenza della Guardia di Finanza di Cava de’ Tirreni, dall’inizio dell’anno. 

La prestazione sociale agevolata è concessa ai soggetti meno abbienti, risultati indagati, imputati, condannati,  che devono essere assistiti da un difensore di fiducia o da un consulente tecnico per una causa.

Per ottenere il patrocinio è necessario che colui che fa l’istanza sia titolare di un reddito imponibile, ai fini dell'Irpef, non superiore a 10.766.33 euro, aumentato di  1.032,91 euro per ogni componente del nucleo familiare, quando questi non producono redditi. Ma le dichiarazioni nelle quali i nove richiedenti hanno esposto i redditi prodotti sono state passate sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle cavesi e sono risultate contenere dati non rispondenti al vero.

Da qui  la segnalazione all’autorità giudiziaria salernitana, che procederà nei loro confronti per il reato di falso in atto pubblico che prevede la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309,87 a 1.549,37 euro. Il primo ad essere scoperto è stato, dunque, un legale.

I finanziare di via generale Luigi Parisi hanno denunciato alla magistratura di Salerno un avvocato penalista il quale, a seguito del decesso dell’imputato-cliente, non potendo più essere pagato da lui, aveva sottoscritto l’istanza per il gratuito patrocino per intascare i soldi dallo Stato. Continua, intanto, l’attività investigativa delle fiamme gialle anche per scovare persone che attraverso false dichiarazioni dei redditi, riescono ad ottenere, indebitamente, esenzioni per prestazioni sanitarie.

Annalaura Ferrara

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