«Le vasche ad alto rischio» Parte appello alla Regione

Pd e ambientalisti preoccupati dell’impatto che le strutture potranno avere Si temono pericoli per la zona di Cicalesi. Il piano contro le inondazioni

Si continua a discutere della realizzazione delle vasche di laminazione a Casarzano e Cicalesi nell’ambito del progetto Grande Sarno.

Interviene la “Bottega equo e solidale” di Nocera Inferiore, famosa per le sue battaglie ambientali.

In una relazione inviata all’Arcadis si rileva, innanzitutto, l’assenza della Valutazione ambientale strategica, prevista per i programmi o piani «elaborati per la valutazione e gestione della qualità delle acque, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli».

C’è dell’altro. Si va dalla necessità di «integrare elementi valutativi e quantitativi in relazione alle cause del dissesto idrogeologico», alla urgenza di implementare il progetto con interventi al reticolo idrografico minore e con l’incremento della capacità filtrante delle superfici impermeabilizzate.

Dalla Bottega chiedono anche il perché si propenda per le vasche a “derivazione” e non per quelle in “linea”, ritenute meno impattanti, piuttosto che quali siano i rischi legati all’inquinamento.

«Nello studio si dà molta enfasi al fatto che le vasche possano essere fruibili sia come parchi agricoli che come spazi pubblici – scrivono –, ma non è chiaro come questa funzione possa essere mantenuta con i livelli elevati di inquinamento».

Si pone l’accento pure sul riutilizzo dei suoli asportati e sulla necessità di elaborare vincoli per evitare urbanizzazioni selvagge post risanamento.

Anche il Partito Democratico nocerino è intervenuto sulla questione. Ne hanno discusso i suoi componenti con il consigliere regionale Gianfranco Valiante.

Per i democratici si potrebbero rivedere gli interventi, favorendone altri con un minore impatto ambientale. Il segretario Antonio Iannello ricorda la modifica del progetto per la mitigazione del rischio frana a Montealbino.

Per questo si auspica la convocazione della commissione regionale Ambiente: «Occorre – dice Iannello – fugare dubbi e perplessità che attentano alla salute dei cittadini».

Nel corso della riunione è emerso, inoltre, la necessità di reinserire il Bacino idrografico del Fiume Sarno tra i siti di interesse nazionale ai fini della bonifica. Sugli scudi anche Legambiente.

A detta di Michele Bonomo e Giancarlo Chiavazzo, rispettivamente presidente e responsabile scientifico di Legambiente Campania, questo progetto «presenta rilevanti lacune che, pur partendo da una più che condivisibile assunzione di intenti, rischia paradossalmente di peggiorare una già grave qualità ecologica del fiume Sarno».

Interventi, temono gli attivisti dell’ambiente, che potrebbero dare il via a una nuova ondata di cemento perché saranno liberati da vincoli idrogeologici 8 chilometri di territorio altamente appetibili.

Va detto che sul progetto sono state espresse forti perplessità anche in altri centri che sono interessati al progetto “Grande Sarno”. Una questione destinata a fare discutere a lungo.

Salvatore D’Angelo

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