L'EDITORIALE

Le tracce nascoste dallo Stato infedele

Le ultime orme di Angelo Vassallo sono nel luogo dove trovò la morte. Il destino tragico le cancellò. Ma lì sono ancora impresse, nonostante otto lunghi anni, quelle dei suoi assassini e dei mandanti che continuano a riderci in faccia. Non ci possiamo più fidare dell’antica saggezza che paragona il tempo ad un galantuomo, perché stavolta il tempo è un nemico subdolo che si presenta come una doppia onda verso la riva: la prima che sembra portare con sé la speranza di una svolta, la seconda che l’inghiotte con la forza supplementare del mare ringhioso. Ecco, noi scriviamo e ci leggeranno anche gli assassini e i mandanti che si nascondono ancora dietro una montagna di merda. E, ancora una volta, si faranno beffa delle nostre illusioni di verità che rotolano e spariscono dietro la cortina grigiastra dello Stato infedele. Perché gli assassini e i mandanti sono coperti dallo Stato infedele, più che incapace, che ha depistato le indagini, le ha manipolate, le ha deviate. Ha fatto di tutto per intorbidire le acque delle indagini facendo passare sotto gli occhi degli inquirenti a volte l’apparente limpidezza dei comportamenti investigativi altre volte la scusa dell’ impossibilità s causa della presunta omertà cilentana. C’è stata una prima archiviazione delle indagini, ora ce ne sono di nuove. Ed è indagato per l’omicidio Vassallo un carabiniere «in concorso con altri da identificare». Cioè altri soggetti che sono ancora nel buio, ben coperti e liberi o, forse, già in carcere per altri omicidi. Ma come si fa, dopo 8 anni e passa, ad indagare un uomo dello Stato? Subito dopo l’omicidio ci furono uomini dello Stato che “sequestrarono” le immagini della videosorveglianza della piazzetta di Acciaroli e se le portarono nella caserma di Castello di Cisterna e le fecero smontare e rimontare. Che c’entravano loro con le indagini? Chi glielo ordinò? Che interesse investigativo nutrivano? E, per conto di chi? In quella caserma c’era anche il carabiniere infedele ora indagato e arrestato mesi fa per affari con boss della camorra napoletana legati ai narcos colombiani. E noi siamo ancora qua, in attesa della verità. Eh già.