Le tonnare di Cetara Segnali positivi dopo il periodo nero

Negli ultimi anni i marinari imbarcati sono scesi da 250 a 80 Il sindaco: «Positiva la traslazione del periodo autorizzato»

CETARA. Più che una attività economica è un rito, che si tramanda da padre in figlio, e che ha visto crescere intere generazioni. Perché a Cetara la pesca del tonno rosso è un lavoro che, negli anni d’oro, ha visto coinvolto quasi tutto il paese, la cui economia, soprattutto nello scorso secolo, è stata incentrata sulle “tonnare”, tanto da diventare un elemento caratteristico e distintivo della cittadina. Anche oggi, comunque, nonostante le restrizioni, la flotta tonniera di Cetara resta sempre la più grande della Penisola e tra le più “potenti” del Mediterraneo. Già, perché, il caratteristico borgo marinaro della Costiera, famoso anche per la prelibatezza culinaria rappresentata dalla colatura di alici, attualmente vanta 5 imbarcazioni attrezzate per la pesca, con il sistema della “circuizione”, del tonno rosso, contro le altre 7 (3 di armatori salernitani) presenti in tutta Italia. Le barche supersiti sono: Vergine del Rosario, Sparviero, Maria Antonietta, Genevieve e Angela Madre, mentre le altre sono state rottamate o riconvertite ad altri tipi di pesca. Questo in quanto, anche per la pesca del tonno, sono stati stabiliti dei limiti per le varie nazioni della Comunità europea. L’Italia ha ottenuto una quota complessiva di cattura di circa 1200 tonnellate, di cui il 50 per cento spetta alla flotta di Cetara.

Le limitazioni, comunque, hanno causato diversi disagi e, soprattutto, ridotto drasticamente la forza lavoro. Rispetto al passato, infatti, il numero dei marinai delle tonnare è sceso di due terzi, poiché oggi sono circa 80 le persone “imbarcate”, contro le 250 di qualche anno fa.

Il futuro, tuttavia, appare molto più roseo e il pessimismo di un paio di anni fa ha lasciato il posto ad un cauto ottimismo. «Rispetto all’attuale organizzazione della campagna di pesca – spiega il sindaco di Cetara, Secondo Squizzato – anche grazie ai positivi risultati delle restrizioni e con il sostegno del senatore Alfonso Andria, vicepresidente della commissione Agricoltura, il ministero ha traslato il periodo di pesca autorizzato, di 30 giorni, che ora è compreso tra il 26 maggio e il 24 giugno».

Quasi tutto il pescato viene venduto ai compratori giapponesi, che lo acquistano direttamente o attraverso intermediari, e i prezzi non sono sicuramente economici e popolari, tant’è che il tonno può essere venduto, naturalmente in stock, anche ad oltre 10 euro al chilogrammo.

Già si pensa al domani, tuttavia, e le organizzazioni di categoria sono al lavoro per la definizione del piano 2013, in particolare sulla distribuzione della quota italiana complessiva (circa 1400 tonnellate) fra le diverse tecniche di pesca (circuizione, palangari, fissa, pesca sportiva).

Gaetano de Stefano

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