«Le piogge non ci daranno più acqua per l’estate» 

L’allarme del geologo Ortolani: anche nel 2017 piovve molto ma pozzi e fiumi rimasero a secco

VALLO DELLA LUCANIA. L’estate del 2017 è stata segnata da una grave crisi idrica che ha messo a dura prova le riserve d'acqua a livello nazionale, andando ad intaccare anche le riserve cilentane. Tanti sono stati gli appelli per il risparmio d'acqua di amministratori del territorio e da parte dei gestori del Consac, il consorzio che gestisce l'erogazione idrica sul comprensorio. Secondo questi ultimi l'estate del 2018 potrà non vedere un'altra emergenza solo grazie all'alta percentuale di piogge.
Sulla questione interviene Franco Ortolani, geologo e già professore all'Università Federico II di Napoli. Lo studioso ha raccolto i dati della pluviometria su quelle zone dove sono presenti dei serbatoi naturali dai quali il comprensorio cilentano attinge il prezioso liquido. «In questa prima fase del 2018 – spiega – la pioggia caduta è nella norma del periodo ed è necessaria per ricaricare alcune fonti che riforniscono le principali sorgenti».
L'attenzione del geologo si concentra anche sul Cilento meridionale ed in particolare sulla riserva di Torre Orsaia: «Queste falde assumono un ruolo strategico per le attività agricole e zootecniche di vaste aree collinari e montane – spiega – nel mese di gennaio qui sono caduti 100 mm di pioggia». Un dato che a prima vista potrebbe sembrare rassicurante ma il professore Ortolani non si dice cauto: «Lungi da me creare allarmismo – aggiunge – però lo scorso anno, in questo periodo, la situazione era simile e sappiamo tutti come è andata a finire, con pozzi e fiumi asciutti ed erogazione idrica sospesa in alcune ore del giorno alle utenze private».
Ortolani, dall'alto della sua esperienza, sa che la crisi non si può definire superata perché è presto per dirlo ma anche perché i dati non sono ancora soddisfacenti: «Per garantire acqua potabile estiva in abbondanza, come negli anni scorsi, sono importanti le precipitazioni dei prossimi mesi fino ad aprile e al massimo maggio. Attualmente non si può ancora dire se ci sarà l’atteso recupero idrologico che consenta di uscire dalla gravissima emergenza idrica estiva come accaduto lo scorso anno. Posso affermare – continua – che per essere certi della tenuta delle nostre riserve idriche c'è necessità di circa 1000 mm di pioggia fino a maggio. Una decisione – e conclude – che spetta a Giove Pluvio ma tocca a noi gestire e preservare, a tutti i costi, tali risorse».
Arturo Calabrese
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