ECONOMIA A RISCHIO

Le paranze "chiudono" il portoLa protesta per lo stop al tonno

Le barche (soprattutto di Cetara) hanno rallentato le operazioni dello scalo commerciale contro la decisione dell'Ue di anticipare di 15 giorni il fermo alla cattura del tonno rosso

Protestano i pescatori e gli armatori della provincia. E lo fanno "via mare", con le loro tonnare che non possono utilizzare per svolgere il lavoro, perché la Commissione europea ha deciso di sospendere, con due settimane di anticipo, la pesca del tonno rosso nel Mediterraneo . Perciò, ieri mattina le imbarcazioni, circa una ventina, tra quelle che hanno giá fatto ritorno alla base, hanno fatto rotta verso il porto commerciale di Salerno.
E si sono piazzate davanti al suo ingresso, rallentando tutte le operazioni e impedendo l’accesso allo scalo marittimo. Un sit-in "marino", per far capire, a chi di dovere, la delicatezza della situazione e gridare metaforicamente tutta la rabbia per una decisione che, agli addetti ai lavori, appare piuttosto bizzarra. «Assistiamo al paradosso - evidenziano i rappresentanti delle società - che le flotte italiana, francese, cipriota, maltese e spagnola restano ferme, mentre tutte le altre marinerie che operano nel Mediterraneo (Turchia, Libia, Tunisia, Marocco, Croazia) possono agire indisturbate ed incidere pesantemente sullo stock di tonno rosso che la normativa intenderebbe tutelare». Insomma, a detta dei pescatori, il "fermo" anticipato sarebbe alquanto incoerente, in quanto non tutti resterebbero al palo. E, andando di questo passo, l’itero comparto rischia di fallire. Il timore di una "bancarotta", dunque, aleggia minaccioso soprattutto su tantissime famiglie di Cetara, la cittadina del comprensorio amalfitano famosa per le sue flotte. Famiglie che potrebbero ritrovarsi, da un giorno all’altro, senza un reddito. «Siamo preoccupatissimi per le pesanti ripercussioni economiche che questo blocco può provocare sulla nostra piccola comunità», afferma il sindaco del caratteristico paese della Costiera, Secondo Squizzato. Che l’altro ieri era in prima fila a capeggiare la protesta "pacifica" dei pescatori sotto la Prefettura. «Su una popolazione di 2.400 abitanti - evidenzia il primo cittadino - oltre duecento vivono di pesca del tonno. Apprezziamo lo sforzo di quanti si stanno adoperando, a partire dal ministro Zaia, per aprire spiragli in questa vicenda. E’ in gioco un pezzo importante della nostra storia. Chiediamo solo che le regole valgano per tutti e che, soprattutto, non si cambino durante la partita. L’improvvisa quanto ingiustificata decisione di stoppare, quindici giorni prima del previsto la pesca del tonno, inoltre, si aggiunge alle notevoli restrizioni subite negli ultimi tempi con la riduzione delle quote di cattura assegnate, ridotte da quest’anno di un ulteriore 10%. Perciò noi saremo sempre al fianco dei nostri pescatori che non chiedono sostentamenti o agevolazioni ma, esclusivamente, e con tanta dignità, di poter svolgere il proprio lavoro». «Eravamo già stremati dal caro-gasolio e questo chiusura anticipata - dice Giovanni Ferrigno di Federcoopesca - ci ha dato il colpo di grazia».
Gaetano de Stefano