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Le mazzette alla Forestale Via al processo per la Santoro

CAPACCIO. Inizierà oggi il processo con rito abbreviato per gli ex comandanti della Forestale Marta Santoro e suo marito, Antonio Petillo. L’udienza si terrà davanti al gup del tribunale di Salerno,...

CAPACCIO. Inizierà oggi il processo con rito abbreviato per gli ex comandanti della Forestale Marta Santoro e suo marito, Antonio Petillo. L’udienza si terrà davanti al gup del tribunale di Salerno, Donatella Mancini. Almeno una quindicina le persone che si costituiranno parte civile, compreso il ministero delle Politiche Agricole e Forestali per il danno all’immagine arrecato. L’ex sottufficiale è assistita dal collegio difensivo costituito dai legali Antonio Zecca, Angela Nigro e Antonello Natale. «Crediamo nell’innocenza della nostra assistita – afferma Zecca – e faremo di tutto per dimostrarlo. Contrasteremo quella caterva di costituzione di parte civile che presenterà l’accusa. Non ha preso soldi si tratta solo di richieste prospettate di utilità varie». Nei giorni scorsi la Santoro è stata vittima di un incidente domestico a causa del quale è stato necessario il suo ricovero in ospedale. «Non useremo il suo stato di salute per un rinvio del processo - dice Zecca – se le sue condizioni lo permetteranno sarà presente in aula».

Nell’udienza, fissata per le 9,30 di oggi, ci sarà sul banco degli imputati anche Petillo, difeso dall’avvocato Domenico Guazzo, arrestato insieme con la moglie lo scorso ottobre. Concussione tentata e consumata i reati contestati dal pm Maurizio Cardea, titolare dell’inchiesta. II rito abbreviato arriva dopo il mancato patteggiamento, non avendo l’accusa accettato la richiesta della difesa di una condanna al di sotto dei 5 anni ritenendola troppo “leggera” rispetto all’impianto accusatorio emerso da un’articolata fase investigativa svolta dalla Procura salernitana con l’ausilio dei carabinieri, diretti dal colonnello Fabrizio Parrulli.

I reati contestati si sono consumati in un arco temporale di circa tre anni. Secondo le indagini svolte dagli inquirenti l’ex comandante avrebbe costruito un vero e proprio sistema di mazzette ai danni degli imprenditori residenti tra Capaccio ed Agropoli.

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