Le mani della camorra anche sui rifiuti 

Alfonso Loreto junior ha spiegato all’Antimafia i meccanismi con i quali il clan controllava l’affare dei fanghi

La camorra di Scafati aveva interessi anche nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti. A spiegarlo è Alfonso Loreto junior, figlio dell’ex primula rossa cutoliana Pasquale, e tra i collaboratori di giustizia della Procura Antimafia di Salerno al lavoro sul presunto patto tra politica, camorra e colletti bianchi a Scafati. “Fonzino”, dopo aver portato gli inquirenti a ritenere vicina la famiglia dell’ex sindaco Pasquale Aliberti agli imprenditori della Helios-L’Igiene Urbana, stavolta si spinge oltre. Fa nomi e cognomi, citando aziende ben precise il pentito, portando a galla il business dello smaltimento dei fanghi.
Un’attività che il clan Loreto-Ridosso seguiva direttamente, attraverso la presunta compiacenza di ditte specializzate nel settore. «La nostra organizzazione presso le imprese conserviere dove espletavamo il servizio di pulizia, in particolare la Di Lallo, ha anche imposto lo smaltimento dei fanghi della lavorazione dei pomodori».
I Loreto-Ridosso, però, non agivano con la “Italy Service”, società di fatto gestita dal clan attraverso il prestanome Mario Sabatino. L’affare, infatti, sarebbe passato attraverso un’altra azienda, con sede ad Angri, con Alfonso Loreto che spiega nei minimi dettagli l’accordo. «L’azienda da cui formalmente era eseguito lo smaltimento, al termine del contratto, divideva con l’organizzazione cui appartengo i proventi che ne derivano anche in ragione del fatto che io e miei sodali avevamo imposto i prezzi delle attività».
Dunque, secondo Loreto junior, tutto avveniva nelle fasi iniziali dell’appalto per i servizi di pulizia, con il clan che successivamente imponeva agli imprenditori della zona altre prestazioni. L’inchiesta “Sarastra”, dunque, prende una piega importante sul filone dei rifiuti e va avanti con gli accertamenti.
Intanto, ieri mattina, in Procura sono comparsi Filippo Sansone, ex amministratore delegato della “Scafati Sviluppo”, e Giulia Di Giuseppe, consorte di Giovanni Cozzolino, collaboratore dell’ex sindaco Pasquale Aliberti. Il primo ha confermato i verbali resi nei mesi scorsi al pubblico ministero Vincenzo Montemurro, la moglie di Cozzolino, invece, si è avvalsa della facoltà di non rispondere perché consorte di un imputato nell’ambito dell’inchiesta “Sarastra”.
La consigliera regionale Monica Paolino, nel frattempo, ha fatto richiesta al gip di passare il fine settimana a Roccaraso insieme al marito che è ai domiciliari in Abruzzo. Ieri mattina, infatti, il legale dell’ex sindaco Pasquale Aliberti, Silverio Sica, si è recato a Roccaraso. Il politico ha chiesto al suo avvocato di essere processato subito e per questo il legale, già nella giornata di lunedì, presenterà un’istanza alla Procura della Repubblica per potersi difendere nel dibattimento.
Domenico Gramazio
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