OPERAZIONE MY LOVE

Le mamme della droga Figli educati da pusher

Blitz a Scafati: sgominati due gruppi guidati da donne. 36 misure cautelari. In “piazza” dosi di hashish, marijuana e coca

SALERNO - Altro che merendine e magliette: quelle richieste a telefono delle madri ai propri figli minorenni erano messaggi in codice per indicare stupefacenti da vendere. È uno degli elementi che emerge dall’inchiesta “My Love”, condotta dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore e dalla Dda di Salerno che ieri mattina ha sgominato due associazioni con base a Scafati, una di maggiori rilievo criminale con proiezioni anche internazionali e l’altra, basata su tre nuclei familiari, che utilizzava anche i minorenni per spacciare. In questo caso, la droga veniva venduta pure a ragazzini e studenti davanti alle scuole scafatesi. In 36 sono finiti in carcere o ai domiciliari, molti nomi noti della cronache giudiziarie, mentre per altri indagati è stata rigettata la misura cautelare chiesta dalla procura.

Le misure cautelari. Grazie alle indagini del pm Giancarlo Russo della Dda di Salerno e dei militari del tenente colonnello Rosario Di Gangi in 23 sono finiti in carcere: i 27enni Giovanni Barbato Crocetta, Francesco Berritto (alias 'Chiccone') e Annabella Guarracino (compagna di Angelo Sorrentino), il 53enne Alessandro Lanzieri ('Ciccone'), i 34enni Angelo Sorrentino ('Angioletto ‘o chiattone') e Morena Carotenuto (compagna di Raffele Squillante), la 38enne Teresa Cannavacciuolo e il suo compagno il 37enne Francesco Squillante (fratello di Salvatore e cognato di Morena Caputo), i 31enne Raffaele Squillante (cugino di Salvatore e Francesco Squillante) e Andrea Carotenuto (fratello di Morena e Vincenzo), il 29enne Gabriele Desiderio ('Pisellino'), il 23enne Daniele Antonio Incannella ('’o punk'), i 38enne Giuseppina Inserra e Francesco Mainenti (fratello di Carmela e Alfonso, figli di Mario, noto pluripregiudicato per spaccio), la 39enne Gennaro Castaldo, il 29enne Alfonso Mainenti, la 28enne Carmela Mainenti, il 24enne Pasquale Longobardi (' ‘o nano'), il 36ienne Carmine Alfano ('bim bum bam' - 'polvere di stelle' - Bin Laden), la 45enne Veruska Muollo, tutti di Scafati. Stessa sorte per il 44enne Raffaele Rispoli, detto Lello, e per il 41enne Giovanni Tufano ('ceppone') di Boscoreale, il 39enne Salvatore Squillante ('din din') originario di Nocera Inferiore (marito di Morena Carotenuto), il 38enne Vincenzo Carotenuto (fratello di Morena e Andrea) di Angri, il 30enne Pietro Paoletti di Milano (cognato di Carmine Alfano). Ai domiciliari sono finiti: la 24enne Giovanna Paoletti (moglie di Giovanni Barbato Crocetta e sorella di Pietro Paoletti), la 49enne Anna Sicignano (madre di Giovanni Barbato Crocetta), la 37enne Giuseppina Langella, le 25enni Maria Ruotolo e Nadia Kharaki, il 39enne Antonio Santonicola, la 60enne Maria Grazia Acanfora, la 23enne Teresa Fienga e il 26ienne Antonio Pedone di Scafati; la 52enne Teresa Aquino di Boscoreale (suocera di Giovanni Barbato Crocetta) e il 49enne Pasquale Ascione (' ‘o leone') di Boscotrecase. Respinta la richiesta della misura cautelare a carico del 29enne Vincenzo Alfano (fratello di Carmine), 66enne Raffaele Alfano (padre di Carmine e Vincenzo), 39enne Marcello Adini (“Memmone”), il 40enne Antonio Matrone (detto Michele, figlio del boss Francesco, detto “Franchino ‘a belva”), il 39enne Gaetano Esposito (“Ninotto”) tutti di Scafati e il 43enne Pasquale Rizzo (“ ‘o tedesc”) di Portici; per insussistenza dei gravi indizi del reato loro contestato, mentre per carenza di esigenze cautelari per il 30enne scafatese Angelo Vergati.

Le due gang e il con trollo della “piazza”. La prima associazione, secondo la Dda, sarebbe stata composta da Teresa Aquino, Giovanni Barbato Crocetta, Francesco Berritto, Gabriele Desiderio, Annabella Guarracino, Alessandro Lanzieri, Francesco Mainenti, Giovanna e Pietro Paoletti, Anna Sicignano, Angelo Sorrentino e Giovanni Tufano. Di questa gang sarebbero stati promotori Carmine, Raffaele e Vincenzo Alfano, Antonio Matrone e loro interfaccia Barbato Crocetta: per tutti questi, tranne Barbato Cricetta, il gip ha ritenuto non sussistere i gravi indizi. Del gruppo avrebbero fatto parte anche Marcello Adini, Gaetano Esposito, Pasquale Rizzo e Angelo Vergati, anche loro non raggiunti da misura cautelare. L’associazione trafficava in haschisc, marijuana e cocaina, con collegamenti e legami internazionali per approvvigionamenti ed operava in particolare tra Scafati e Boscoreale. Si presentava con fare camorristico come “sistema”, a cui tutti gli spacciatori della zona dovevano sottomettersi: chi non lo faceva veniva intimidito a suon di bombe carta, come quella fatta esplodere il 29 marzo 2016 davanti al bar “My Love” di Teresa Cannavacciolo in via Pasquale Vitiello a Scafati. Come contesto della gang c’è anche il noto omicidio di Armando Faucitano, commesso a Scafati il 26 aprile 2015.

Le mamme e i figli pusher. La seconda associazione sarebbe stata composta da Andrea, Morena e Vincenzo Carotenuto, Maria Grazia Acanfora, Pasquale Ascione, Teresa Cannavacciuolo, Gennaro Castaldo, Gabriele Desiderio, Teresa Fienga, Daniele Antonio Incannella, Giuseppina Inserra, Nadia Karakhi, Giuseppina Langella, Pasquale Longobardi, Alfonso e Carmela Mainenti, Veruska Muollo, Antonio Pedone, Raffaele Rispoli, Maria Ruotolo, Antonio Santonicola, Francesco, Raffaele e Salvatore Squillante. Promotori sarebbero stati gli Squillante, i Caratenuto, Cannavacciuolo, Muollo. Uno spaccio locale, il loro, a Scafati e zone limitrofe, anche con il coinvolgimenti di figli e minori.

Salvatore De Napoli