Il progetto

Le idee dei giovani prendono... forma

Sinergia tra professionisti e imprese grazie a Young Factory Design di Confindustria Salerno: tre i progetti premiati

SALERNO. Hanno tra i 27 e i 38 anni. Sono architetti, vivono di creatività e strizzano un occhio al design. Per la prima volta, potranno realizzare il sogno di ogni giovane professionista: vedere quell’idea progettuale schizzata su carta, diventare realtà. Il merito è di Young Factory Design, il contest organizzato dal Gruppo design, tessile e sistema casa di Confindustria Salerno e patrocinato dall’Ordine degli Architetti di Salerno e di Napoli, dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Napoli, dall’Ordine degli Ingegneri di Salerno, dall’associazione per il disegno industriale Campania e Napoli Creativa.

Dei 130 iscritti, da tutta Italia, in 34 hanno presentato soluzioni progettuali riguardanti la creazione di linee di arredo o di un singolo prodotto di design del tessile e della ceramica, dopo aver sbirciato, per tre mesi, nel dietro le quinte di undici aziende campane che hanno aderito all’iniziativa. Una volta assorbito il know how e le finalità delle imprese, architetti e designer rigorosamente under 40, hanno sviluppato i progetti. Tre, quelli selezionati dalla giuria composta, oltre che dalle aziende, da professionisti del settore: Salvatore Cozzolino, presidente Adi Associazione design industriale Campania, Gian Carlo Mocci, presidente Aicex Associazione italiana customer experience, Patrizia Ranzo, architetto e designer, Gioconda Cafiero professore ordinario di Architettura degli interni all’Università di Napoli Federico II, Diego Granese, architetto e designer e Daniele della Porta architetto e designer. Per la categoria ceramica e marmi è stato scelto il lavoro di Libero Rutilo, salernitano d’origine, oggi stimato professionista a Milano, che ha disegnato una serie di riggiole con l’azienda Fornace De Martino. Il suo “Ricordi del Sud” è una sorta di pavimento narrante, che attraverso la ceramica racconta le peculiarità del Mezzogiorno del mondo, dalle faenzere alle reti. Per la categoria arredo, l’idea progettuale risultata vincente si chiama “Costellazioni”, firmata da Antonietta Memoli, Paolo Casaburi e Maria Luna Nobile, tre giovani architetti cavesi, che hanno immaginato un appendiabiti a parete, richiudibile e dalla forma modificabile, in acciaio o ottone, per l’azienda Lamberti Design. «Siamo partiti dai classici appendiabiti a rombo e di lì abbiamo iniziato a snellire la figura, modulandola a seconda dei target di riferimento – racconta Antonietta Memoli – Tra le varie tipologie immaginate, ce n’è anche una che si chiude con uno specchio ovale». Infine, per la categoria Tessile-Arredo, l’hanno spuntata Tommaso Auletta e Giuseppe Capasso, due giovani napoletani, autori di KubbiK, un espositore per prodotti tessili e, al contempo, un separatore artistico di ambienti dalla struttura portante in legno, per le aziende Manifatture Tessili Prete e Basile Interiors. Il pannello guarda al neoplasticismo di Mondrian: «Così come il pittore ha libertà assoluta nel dipingere la sua tela – sottolineano gli autori – allo stesso modo chi usufruisce dell’espositore potrà comporre a piacimento la parete e realizzare in questo modo la sua opera d’arte».

La regia del contest è di Valeria Prete, presidente del Gruppo design, tessile e sistema casa di Confindustria Salerno: «L’obiettivo era quello di dare spazio a tanti giovani designer e architetti, offrendo loro l’opportunità di confrontarsi direttamente con le aziende e con i loro bisogni. Abbiamo messo in moto la creatività di progettisti nel ricercare soluzioni innovative per l’industria, dando vita anche a nuove possibilità di integrazione tra i materiali delle diverse realtà produttive che hanno partecipano al contest in qualità di aziende promotrici». Tutti e trentaquattro i progetti selezionati possono diventare, in potenza, prototipi: «Dipende molto dalla discrezionalità dei singoli, ma per dare concretezza a questa iniziativa, nei prossimi mesi organizzeremo una mostra che ci auguriamo possa girare per l’Italia ed offrire a questi giovani professionisti una ulteriore vetrina», sottolinea Prete.

«Siamo soddisfatti. Per la prima volta un nostro progetto non resterà solo su carta – racconta Paolo Casaburi – Una delle principali difficoltà di chi si muove in questo campo è proprio questa, riuscire a vedere realizzato il proprio sogno. Purtroppo è una pessima peculiarità del sistema Italia, al Sud, poi, è ancora più forte».

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