le guide»L’ESPRESSO 2013

SALERNO. Diciassette aziende nell’olimpo dei vini, due stelle in più rispetto allo scorso anno e tre menzioni nella lista regionale dei migliori acquisti per rapporto qualità prezzo. Nel panorama...

SALERNO. Diciassette aziende nell’olimpo dei vini, due stelle in più rispetto allo scorso anno e tre menzioni nella lista regionale dei migliori acquisti per rapporto qualità prezzo. Nel panorama della vinificazione la provincia di Salerno non è più una sorpresa, e la Guida 2013 ai vini d’Italia – edita da l’Espresso e da oggi in edicole e librerie – conferma una posizione consolidata con 17 cantine premiate. Non tutte sono le stesse, perché tre escono dal gotha e altrettante vi fanno capolino, ma rispetto al 2012 il passo in avanti è segnato dall’aumento da quattro a sei delle prestigiose stelle assegnate dalla Guida, riconoscimento alle case che si segnalano agli intenditori per qualcosa in più di un buon vino. Ne conferma due l’azienda Montevetrano di Silvia Imparato a San Cipriano Picentino, che per il suo omonimo blend di cabernet, merlot e aglianico è premiata con quattro bottiglie (cinque il massimo assegnato dagli esperti) e un punteggio di 17 ventesimi. La prima annata risale al 1991, ed è ormai un prodotto dal collezionisti, ma nei prossimi mesi, per festeggiare i vent’anni da quella prima bottiglia commercializzata, arriverà sugli scaffali un nuovo rosso ottenuto dall’aglianico: il Core.

Eppure quest’anno un altro rosso made in Salerno scalza dalla vetta il Montevetrano. Arriva dal Cilento l’aglianico Primalaterra di Salvatore Magnoni, ex dj napoletano che a Rutino, nella tenuta di famiglia, ha fondato un’azienda vitivinicola con la collaborazione di Bruno De Conciliis (titolare con i fratelli dell’omonima cantina stellata). Risultato: un aglianico che conquista quattro bottigli e un punteggio di 17.5, il più alto tra quelli assegnati a vini salernitani. Cilentane sono anche tre delle sei stelle assegnate dalla Guida. Ne confermano una ciascuno l’azienda Maffini di Castellabate, premiata tra l’altro con quattro bottiglie per il fiano Pietraincatenata, e i fratelli De Conciliis a Prignano, che hanno nel Naima la loro punta di diamante. A questo aglianico che “ruba” il nome al jazz vanno quattro bottiglie e 17 punti per l’imbottigliamento 2007 e una menzione speciale per quello 2004, citato come “annata da ricordare” e insignito di un 18.5 che qui non trova eguali. L’altra stella cilentana è della Agricola San Giovanni di Castellabate, in località Punta Tresino, che se l’appunta per la prima volta quest’anno e che centra i 17 punti e le quattro bottiglie sia con l’aglianico Castellabate 2011 che col fiano Tresinus.

A contendere il primato cilentano ci sono i vini della costa Amalfitana. È qui, alla cantina Marisa Cuomo di Furore che la signora del vino gestisce con Andrea Ferraioli, che si posa l’altra stella dell’Espresso. Sul podio (quattro bottiglie e 17 ventesimi) ci sono il Fiorduva e il Costa d’Amalfi Ravello bianco, ma anche il Ravello rosso e il Furore bianco e rosso si guadagnano la menzione.

Poi c’è il capitolo “migliori acquisti”. Per il rapporto qualità prezzo sono suggeriti tre vini locali rispetto all’unico dello scorso anno: al fiano Vignolella della cantina Barone di Rutino (quattro bottiglie), si aggiungono il Primalaterra di Magnoni (ancora Rutino) e il Castellabate dell’Agricola San Giovanni.

Nel borsino di chi entra e chi esce è ancora il Cilento a farla da padrone. Fa il suo esordio sulla prestigiosa guida targata l’Espresso l’azienda San Salvatore di Giungano, premiata con quattro bottiglie per l’aglianico Jungano 2010. Imprenditore alberghiero, Peppino Pagano ha insediato non lontano dai suoi hotel un’ampia azienda agricola a conduzione biologica, dove accanto alle bufale trova ora spazio anche il vino. New entry è pure la falanghina da quattro bottiglie nata a Prignano dalla collaborazione tra il ristoratore Winni D’Orta e Bruno De Conciliis, mentre arriva da Campagna l’altro esordiente della stagione: l’aglianico Brigante della cantina Casula vinaria. Escono, invece, l’amalfitano Reale, Tenuta del Fasanello e Terra di vento, la casa di Montecorvino che aveva stupito col rosato Petrale.

Nella top ten campana il primato va un fiano di Avellino, il Pietracupa: 19 punti.

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