Le grandi tele sacre dipinte da Trapanese

L’artista salernitano ha ritratto i santi con i volti di persone contemporanee: le opere collocate a Montano Antilia

di PAOLO ROMANO

Per poterla lavorare in tutta la sua altezza ci vorrebbe lo spazio di due appartamenti sovrapposti, ma Stefano Trapanese dipinge nel salotto di casa sua. E così, per terminare la sua “Assunzione”, opera di cinque metri per tre, ha ideato un sistema a rullo che arrotola la tela su stessa, mano mano che va a completarla.

La “Madonna Assunta” di Trapanese – realizzata ad olio su tela, secondo lo stile figurativo classico dei pittori del Seicento italiano – è soltanto il pezzo più grande di un ciclo di opere – sei in totale – che andrà a decorare l’intero soffitto cassettonato della Santissima Annunziata di Montano Antilia. La chiesa madre del piccolo e antico comune cilentano, infatti, risale al 1466, si presenta con una pianta a croce latina ed è formata da una grande navata con un soffitto in legno ben lavorato. Proprio su quest’ultimo verranno collocate le tele dell’artista salernitano che spiega anche la lunga fase di preparazione del lavoro.

«Prima di cominciare a dipingere studio la scena – premette Trapanese –. Poi la rappresento, come se fosse in un contesto teatrale, con tanto di figuranti in abiti d’epoca, le luci artificiali, la luce del sole, i panneggi, le ombre, gli oggetti. Tutto è provato, perché mi piace dipingere in maniera realistica».

Di conseguenza le figure ritratte nella colossale tela sono persone contemporanee: giovani, professionisti, bambini. Nella scena dipinta, compare al centro la figura mariana, affiancata da tre donne-angelo (Danila Trapanese, Ludovica Ferrara e Federica Monetta) e sotto due angeli bambini con San Giovannino (Daniele Giarletta). Ai piedi della Madonna (Montanina Mangia) ci sono San Giuseppe (Giuseppe Carabetta) a sinistra e Sant’Anna (Anna De Vivo) e San Gioacchino a destra (Felice Chiumiento).

La seconda grande tela di Trapanese si sviluppa in forma circolare e raffigura i santi patroni di Montano Antilia: San Sebastiano, Sant’Irene di Tessalonica e San Montano: tre santi che riconducono ai primi secoli del cristianesimo. In particolare San Sebastiano ha il volto di Mauro Vigorito, un diciannovenne del comune cilentano scomparso prematuramente in un incidente.

«È stata una scelta molto bella della comunità parrocchiale – spiega Trapanese – come lungimirante è stato il progetto del parroco, don Aniello Carinci, che ha dettato tutto il percorso teologico di figurazione delle tele, pur lasciandomi poi libero di lavorare secondo la mia personale sensibilità».

Un altro tondo raffigura la Trinità, con Dio Padre e Cristo che tengono insieme una corona, al cui interno filtrano i raggi dello Spirito Santo, simboleggiato da una colomba. «In questo caso – spiega l’artista – ho sperimentato l’uso della foglia d’oro per il copricapo regale».

Completano il ciclo pittorico altri quattro tondi che raffigurano altrettanti santi e beati del Novecento: Madre Teresa di Calcutta, papa Giovanni Paolo II, il medico San Giuseppe Moscati e Santa Gianna Beretta Molla, la mamma proclamata santa nel 2004 da papa Wojtyla, perché incinta, con un tumore all’utero, preferì morire anzi. ché accettare cure che potessero arrecare danno al feto. Il suo volto si trova già in fotografia in molte chiese italiane, ma probabilmente è la prima volta che viene dipinto.

Il prossimo 15 giugno, a Montano, ci sarà la cerimonia ufficiale d’inaugurazione del fregio sacro, alla presenza, tra gli altri, del vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Ciro Miniero.

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