avvocati

Le giovani toghe fanno autocritica

Ieri il convegno promosso dalle associazioni Agas e Mga

«C'è un’avvocatura alternativa, giovane ma non solo, che non accetta più il ripiegamento su se stessa». Con questo grido di battaglia ieri a Salerno si è tenuto un convegno dal titolo “Avvocatura 2.0” organizzata da Mga ed Agas proprio allo scopo di scuotere gli animi e lasciar attecchire un messaggio di cambiamento profondo e radicato. «L'idea- si legge nel manifesto dell’iniziativa- è quella di tirare una riga e ripartire prendendo atto di quello che c’è: la geografia giudiziaria, la mediazione, la legge professionale ormai ci sono; buone o cattive bisogna costruirci intorno e magari trasformare qualche handicap in opportunità».

Il progetto si chiama “post fata resurgo” e si pone in netta antitesi alla Conferenza nazionale dell’avvocatura che si terrà a Napoli la settimana prossima con il titolo “Giustizia umiliata”. «Questo- spiega Fabio Moliterno presidente Agas- appare come un punto di vista assolutamente non condivisibile rispetto alla prospettiva salernitana. Partiamo dall’autocritica e dunque siamo tutti noi avvocati i primi responsabili del gravissimo stato di dissesto etico, politico, previdenziale e deontologico in cui la categoria sta cercando di non annegare e lo siamo diventati fin dal momento in cui abbiamo deciso di disinteressarci della politica forense, della vita del diritto e della vita della istituzioni forensi lasciando che pochi decidessero le sorti professionali di tutti».

L’obiettivo è rendere l’avvocatura più partecipata e rappresentativa ma, spiega ancora Moliterno, «vorremmo anche che si parlasse d’altro: di come ridurre l’eccesso di concorrenza e la frammentazione degli studi professionali, di come regolare i rapporti coi clienti dopo l’abolizione delle tariffe, di come mobilizzare i crediti professionali e di come ridisegnare la previdenza».

Carmen Incisivo

©RIPRODUZIONE RISERVATA