Le emergenze dell'estate

Le fiamme distruggono una casa a Pugliano 

Altre due abitazioni sono state sgomberate. Rischio evacuazione a San Rufo. A Corbara una costruzione è stata salvata dai proprietari e dai vicini

SALERNO. È un’emergenza senza fine, che tende ad estendersi anziché a rientrare. E nelle ultime ore il pericolo che il fuoco che da giorni sta divorando la vegetazione delle montagne salernitane possa investire le abitazioni è diventato concreto. Di mezzi di soccorso aerei continuano a vedersene pochi, addetti allo spegnimento e volontari stanno combattendo una battaglia impari.
Salerno. Un incendio di vaste proporzioni ha mangiato diversi ettari di vegetazione sulle colline che circondano l’ospedale Ruggi. Il rogo, partito da un cumulo di sterpaglie, ha coinvolto anche un camion telonato, che era parcheggiato in località Fuorni e in pochi istanti il mezzo ha preso fuoco. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco della caserma di Sant’Eustachio.
Corbara. Sul Valico di Chiunzi prosegue senza soluzioni di continuità la battaglia avviata sabato mattina. Alla quarta notte l’incendio è sceso a valle. Ha minacciato una casa in via Acquapendente. L’hanno salvata gli abitanti ed i vicini, che hanno domato l’incendio sul confine dell’uliveto che la circonda. Sono scesi di casa, alle 11 della sera, si sono armati di pale e zappe e hanno arginato le fiamme che, se avessero abbracciato la collina della chiesa di Sant’Erasmo, sarebbero arrivate a ridosso del centro storico. L’hanno fatto da soli, i vigili del fuoco erano impegnati a fermare il fronte dell’incendio a poca distanza, dove c’è un’altra casa con dei bomboloni di gas all’esterno. Neppure al quinto giorno l’incendio partito dal Valico è stato spento. I volontari, gli operatori dello Sma e del servizio Antincendio della Regione, continuano a fare l’impossibile perché i mezzi aerei neppure ieri si sono visti. Il sindaco Pietro Pentangelo ha chiesto l’intervento dell’Esercito, ma a Corbara i mezzi e gli uomini restano pochissimi. Intanto l’incendio avanza e sull’abitato piove cenere. La gente da almeno tre giorni respira fumo. La Provinciale 2 viene chiusa ogni volta che le fiamme la investono per poi essere riaperta quando il pericolo per la circolazione rientra.
Montecorvino Pugliano. È pesantissimo il prezzo che il territorio dei Picentini sta pagando in questi giorni a causa dei tantissimi incendi che sono divampati da Rovella a Pugliano, da Acerno a Giffoni Valle Piana. Il bilancio più grave è a Montecorvino Pugliano, dove ieri un vasto incendio è scoppiato nei pressi della collina che circonda le ex discariche di Colle Barone e Parapoti. In questa area le fiamme hanno distrutto ettari ed ettari di vegetazione, un’abitazione in quel momento disabitata è stata avvolta dalle fiamme, mentre altre due sono state evacuate dalla polizia municipale e dai carabinieri. Quello che fa più paura è l’ennesimo danno ambientale a causa di enormi nubi di colore nero che si sono innalzate in aria. Si sospetta, infatti, che lungo il suo tragitto le vampe abbiano bruciato rifiuti. Sul posto è giunto l’assessore all’ambiente Vito Montella che è stato in stretto contatto con la Prefettura di Salerno, i volontari della protezione civile di Bellizzi e i vigili del fuoco per domare i roghi sui diversi fronti. Un grave danno, infine, hanno subito i piloni dell’alta tensione.
Auletta. In un incendio divampato ieri pomeriggio tra Auletta e Buccino sono andate in fumo 700 piante di ulivo. L’emergenza è scattata intorno alle 15. Tour de force per gli uomini della Comunità montana Tanagro, Alto e Medio Sele, della protezione civile di Auletta ed alcuni agricoltori locali coordinati da Antonio Addesso, assessore alla Comunità montana, che si sono adoperati per lo spegnimento. Le fiamme sono state domate dopo circa tre ore evitando che raggiungessero le abitazioni vicine e gli allevamenti di animali. Un altro incendio è divampato poco dopo sulla Sp 94 per Salvitelle.
San Rufo. Da una settimana le montagne del Vallo di Diano continuano a bruciare. Fino ad oggi circa un centinaio di ettari di bosco e macchia mediterranea sono stati distrutti dai roghi che hanno interessato prima le montagne tra Teggiano e Monte San Giacomo e poi, dopo un giorno di tregua, il versante opposto tra Teggiano e San Pietro al Tanagro. E, sempre a distanza di 24 ore, le fiamme hanno devastato la montagna del Crocifisso a San Pietro al Tanagro e contemporaneamente anche quella di Atena Lucana. Da martedì sera, invece, brucia la montagna alle spalle del comune di San Rufo e che costeggia la Statale 166 degli Alburni. Ormai da oltre 48 ore i carabinieri forestali, i vigili del fuoco e le squadre dell’antincendio boschivo della Comunità montana Vallo di Diano sono impegnate nel tentare di domare le fiamme ed evitare che possano raggiungere una pineta che si trova nei pressi del centro abitato di San Rufo. Ieri mattina il fuoco è arrivato a pochi metri da un’abitazione ed il provvidenziale intervento delle squadre antincendio ha evitato il peggio. Michele Marmo, sindaco del piccolo comune, ha valutato la possibilità di firmare una ordinanza di evacuazione del paese. Ad evitare il provvedimento è stato l’intervento degli elicotteri del servizio antincendio boschivo inviati dalla Regione Campania che sono riusciti a deviare le fiamme evitando così che potessero avvicinarsi ancora di più al centro abitato.
Centola. Anche il borgo medievale di San Severino di Centola è stato avvolto dalle fiamme. Il fuoco ha raggiunto il paesino disabitato dalla fine dell’Ottocento e ha divorato macchia mediterranea e parte di un cantiere allestito nei pressi del castello per degli scavi archeologici. L’incendio, ancora in corso, ha seriamente danneggiato anche la Valle del Mingardo e la collina sulla quale sorge il borgo. Nonostante il territorio impervio nessun mezzo aereo è stato impiegato per lo spegnimento. Sul posto, nella giornata di ieri, solo gli operai del servizio antincendio della Comunità montana.
(hanno collaborato: Erminio Cioffi, Roberto Di Giacomo, Lucia Giallorenzo, Susy Pepe, Vincenzo Rubano)
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