Le fasce salgono a dieci «Saranno più eque le tasse d’iscrizione»

Il progetto degli studenti approvato dal Senato accademico Chi rientra nel livello più basso pagherà 380 euro in tre rate

Vecchie fasce di tassazione addio. Ce l’ha fatta il Consiglio degli studenti che, un mese fa, aveva avanzato la proposta di ridisegnare il modello contributivo dell’ateneo salernitano. L’idea è arrivata dalle associazioni Run, Scientificamente e Link, per poi essere elaborata dall’intero corpo di rappresentanza.

Arrivederci, quindi, alle sette fasce che, per anni, hanno suddiviso i redditi degli studenti in altrettanti gruppi. A partire dal prossimo anno accademico, e cioè da settembre, gli iscritti saranno frammentati in dieci livelli di pagamento, al fine di raggiungere un modello più equo e vicino alla vera situazione economica delle famiglie. A pagare l’importo più basso saranno i redditi fino a quattromilacinquecento euro, in un anno - e in tre rate - dovranno essere versati non più di 380 euro.

Da quattromilacinquecento - e fino a settemila euro - si viene catapultati in seconda fascia: in questo caso lo “scotto” arriva a 436 euro. Terza fascia per chi annualmente riesce a racimolare tra i settemila ed i dodicimila euro, questa volta la tassa sale a 532 euro annui.

Al quarto gradino con 586 euro di retta si piazzano i redditi tra i dodicimila ed i diciottomila euro. Mentre dai diciottomila e fino ai venticinquemila euro l’importo lievita a 789 euro. In sesta fascia le famiglie con entrate tra i venticinquemila e i trentaduemila euro, questa volta si arriva a 1115 euro di contribuzione. Si sale ancora con un importo fisso di 1233 euro per chi guadagna tra i 32mila ed i 40mila euro.

Ottavo gruppo per chi si posiziona tra i 40mila ed i 48mila euro annui di introiti, in questo caso l’imposta raggiunge quota 1283 euro. Penultima fascia, invece, per i redditi tra i quarantottomila ed i cinquantaseimila euro, chiamati a pagare 1333 euro. In ultima posizione finiscono quanti riescono a superare i 56mila euro di incassi, con una tassa di 1383 euro.

«Il progetto è stato accettato di buon grado dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione – ha spiegato Marta Mango, presidente del Consiglio degli studenti – l’obiettivo era quello di aumentare le fasce di contribuzione, creando così criteri di pagamento molto più vicini ai redditi reali delle famiglie e degli studenti. Ci siamo riusciti grazie ad un lavoro di gruppo che ci ha portato a studiare gli introiti dell’ateneo, questo anche in relazione ai contributi che essa è chiamata ad espletare per la tutela del diritto allo studio, quindi tenendo conto degli importi messi in campo per le borse di studio». Fino al 2012 l’ateneo salernitano prevedeva una tassa minima di 374euro annuali per la prima fascia (cioè chi ha un’entrata annuale non superiore a 4mila e 500euro), mentre un massimo di 1247euro per chi ha un reddito più alto di 32mila euro. Il nuovo modello, in realtà, ha cercato di andare a coprire anche i redditi più alti che, molto spesso, erano chiamati a pagare la stessa cifra di famiglie con situazioni economiche differenti. Negli ultimi gruppi di contribuzione, la differenza tra un’imposta e l’altra è bassa: lo scarto tra fasce arriva ad essere anche di 50euro.

Rita Esposito

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