l’inchiesta

Le estorsioni al rione Stella Nessuno sconto al Riesame

Restano in carcere i componenti della gang di estorsori arrestati due settimane fa. Il tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati da Francesco Ingarra, detto l’Africano, Sabato Palladino,...

Restano in carcere i componenti della gang di estorsori arrestati due settimane fa. Il tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati da Francesco Ingarra, detto l’Africano, Sabato Palladino, indicato nelle intercettazioni come il biondino, e Giuseppe Tommasini, detto “Peppe ‘o giornalaio”. La decisione è stata presa ieri al temine dell’udienza. Gli indagati erano difesi dagli avvocati Francesco Rizzo, Massimo Torre e Fausto Vecchio. Nei ricorsi, tutti rigettati, chiedevano la revoca delle misure cautelari disposte dal gip Ascoli.

I tre, secondo l’accusa, si presentavano ai commercianti come “quelli della zona”. Secondo la procura avevano messo in piedi una sorta di racket di prossimità, taglieggiando i piccoli esercenti del quartiere Sant’Anna. Nei metodi erano rimasti attaccati ai vecchi “modi” della camorra degli anni Ottanta, chiedendo un “contributo per i carcerati”. Due sono gli episodi di estorsione imputati al gruppo battipagliese: quello ai danni di un sala giochi e quello contro un negozio di igiene per la persona. Al gestore del circolo fu detto: “Da oggi mi devi dare un contributo di 150 euro per ogni torneo che fai”. Nel club si facevano tornei di poker texano, al quale partecipavano anche “personaggi di strada”. Dopo le intimidazioni estorsive, non potendo sostenere le richieste avanzate da “quelli della zona”, il gestore del circolo decise di non organizzare più tavoli da gioco e di denunciare l’accaduto ai carabinieri. Determinanti per il quadro accusatorio e per il riconoscimento del vincolo associativo sono state le intercettazioni ambientali nella sala colloqui del carcere di Salerno. Nicola Saturno – anch’egli indagato e arrestato per l’attentato del 12 luglio 2014 al negozio di prodotti per l’igiene della persona – riferisce ai familiari di essere stato incastrato e punta il dito contro il coindagato Palladino (“è per la bionda che mi trova qua”, dice ai familiari). Operatore ecologico, Palladino viene indicato come il telefonista del gruppo. Dalla sua zona di spazzamento sarebbero partite, a marzo dello scorso anno, le telefonate di minaccia al titolare del negozio di prodotti di bellezza.