Le cozze coltivate in acque inidonee Scatta il sequestro

Sigilli al maxi-impianto che produceva tonnellate di mitili Ad agosto l’ordinanza del commissario, titolare denunciato

Coltivavano cozze in un tratto di mare non ritenuto idoneo dall’Asl: sequestrato l’impianto di mitilicoltura di una nota azienda salernitana. Il personale della capitaneria di Porto di Salerno ha individuato l’impianto nello specchio di acqua antistante il litorale battipagliese. L’area sequestrata è 2,5 milioni di metri quadrati, metà dei quali occupati abusivamente. La Guardia costiera ha accertato che erano stati installati numerosissimi filari sui quali le cozze venivano coltivati per una quantità di diverse tonnellate. La coltivazione, però, ricadeva in acque non classificate idonee, quindi le cozze non possono essere destinate all’uso alimentare.

Ad agosto scorso era partito il primo provvedimento nei confronti dell’impianto di mitilicoltura nel mare di Battipaglia. Il commissario prefettizio, Mario Ruffo firmò un ordinanza, con esecuzione ad horas, di dismissione e smantellamento dallo specchio acqueo dell’impianto della nota ditta salernitana per tutelare la salute pubblica. Il provvedimento non è stato mai preso in considerazione dagli interessati, tant’è che in questi giorni, nel corso di un sopralluogo, la guardia costiera, con la motovedetta Cp581, ha accertato che l’impianto era in piena attività. A seguito del controllo, la capitaneria di Salerno ha accertato che nell’area indicata dal provvedimento del commissario, c’erano filari di cozze; la società aveva anche delimitato l’area di coltura con l’installazione di quattro boe di segnalamento marittimo.

Il personale della Guardia Costiera – agli ordini del comandate Maurizio Trogu e sotto la direzione operativa del Direttore Marittimo della Campania, l’ammiraglio Antonio Basile, ha rilevato che erano presenti diverse tonnellate di cozze pronte per essere raccolte e destinate al mercato interno. La loro coltivazione in acquee non idonee le rendeva però particolarmente pericolose.

Del ritrovamento e della coltura abusiva di cozze è stata informata la Procura di Salerno, che ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante della ditta per reati che vanno dall’occupazione abusiva del demanio marittimo, ad inosservanza di norme in tema di sicurezza alimentare.

La ditta, infatti, oltre a violare un ordine emanato dalla Asl, ha violato anche la normativa in tema di sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale e detenuti in cattivo stato di conservazione.

Le cozze erano immerse in acque giudicate inidonee a garantirne la corretta conservazione ed a preservarne la salubrità. La loro immissione sul mercato regionale ed extraregionale, considerato il grande quantitativo di mitili sequestrati dalla Guardia Costiera, avrebbe posto in grave pericolo la salute dei cittadini che, ignari della provenienza illecita del prodotto, avrebbero consumato mitili nocivi. Dalla capitaneria di Porto assicurano che i controlli sulla filiera della pesca continueranno nelle prossime settimane, in ragione anche dell’approssimarsi delle feste natalizie quando il consumo dei prodotti ittici subisce un notevole aumento.

Massimiliano Lanzotto

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