Lavoro nero in aumento nelle aziende salernitane

E' quanto emerge dal Report 2011 della Direzione Territoriale del Lavoro. La maggior parte dei senza regole nelle ditte agricole, conserviere e di trasformazione alimentare della provincia di Salerno. Scoperti anche lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Allarmanti anche i dati del settore della ristorazione e dell'ospitalità

E' in notevole aumento il lavoro nero nel settore delle aziende agricole, conserviere e di trasformazione alimentare della provincia di Salerno. E' quanto emerge dal Report 2011 presentato stamani dal direttore della Direzione Territoriale del Lavoro del capoluogo, Rossano Festa.

Su 4225 lavoratori controllati nelle 830 aziende ispezionate, ne sono risultati in nero 494. Rispetto all'anno precedente l'incremento è notevole se si tiene contro che su 3780 lavoratori di 900 aziende controllate, in nero ne risultavano 305. Diminuiscono però le irregolarità riscontrate nei rapporti di lavoro mentre aumenta l'impiego di manodopera extracomunitaria. I controlli effettuati nei settori hanno consentito di scoprire anche un numero non certo irrilevante di lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Su 84 lavoratori extracomunitari in nero ben 22 infatti sono risultati privi di permesso di dimorare nel territorio nazionale.

Nel settore dell'edilizia tra le priorità vi è stato il contrasto al lavoro sommerso e la verifica delle condizioni di sicurezza nei cantieri. Il dato più allarmante riguarda le aziende risultate irregolari che nel 2011 sono risultate 829 su 1410 controllate, pari ad una percentuale del 58,79%.

Dei 2448 lavoratori occupati 415 sono risultati irregolari di cui 312 in nero e fra questi anche un minorenne, un extracomunitario con permesso di soggiorno e un clandestino. 166 invece le sospensioni di attività imprenditoriale mentre 142 sono state le revoche. 193 i provvedimenti per maxisanzioni di lavoro nero pari a oltre 521 mila euro. 409 invece le altre sanzioni per un importo di poco superiore ai 120 mila euro. Notevoli anche i risultati conseguiti negli altri settori come la ristorazione, l'industria balneare e altre attività commerciali.